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Algeria: per il 2015 la gente teme ondata ricari

Conseguenza legge finanziaria, ma anche aumenti ingiustificati

Redazione Ansa

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 14 GEN - Un conto sono gli aumenti diretta conseguenza delle nuove norme contenute nella legge finanziaria per il 2015; un altro sono i rincari che appaiono senza alcuna giustificazione perché frutto di manovre speculatrici. Ma tant'è e gli algerini attendono, con più d'un timore, di capire cosa il nuovo anno porterà ai bilanci familiari, che certo avvertono la crisi.

Il punto sul quale tutti sembrano concordare è che l'imminente rincaro dei prezzi di beni di prima necessità (a cominciare da quello della già pesante bolletta agro-alimentare) è contraccolpo diretto del progressivo processo di deprezzamento che il dinaro sta accusando nei confronti delle monete delle contrattazioni, dollaro statunitense ed euro. In considerazione che le politiche agricole varate o favorite dal governo stentano a determinare gli sperati effetti positivi, i guai per le famiglie algerine appaiono destinati a proseguire nel tempo per la troppa dipendenza dalle importazioni, che si traduce in uscite crescenti di valuta pregiata, a discapito degli sforzi per congelare le dinamiche dei prezzi. Ma gli aumenti alla fine coinvolgeranno anche altri settori, da quello delle autovetture, al tabacco ed ai prodotti elettronici, tutti o quasi d'importazione.

Concausa di questo stato di cose è la parabola discendente che ormai caratterizza il prezzo del greggio, che determina un impoverimento delle entrate per le casse algerine che, sebbene dal governo giungano segnali tranquillizzati, devono in ogni caso fare fronte ad una situazione che, pur se paventata negli anni scorsi, è giunta con effetti deflagranti per un Paese paradossalmente troppo dipendente dal fiume di petrolio che scorre nel suo sottosuolo e che l'ha reso ricco. Uno dei problemi che sembra emergere in queste settimane riguarda l'inefficacia degli aumenti dei salari, decisi dal governo e che poi si ritrovano ad essere vanificati da quelli dei prezzi. Nel senso che i soldi in più degli stipendi non riescono nemmeno ad arrivare in tasca ai salariati che vengono prosciugati dagli aumenti dei generi di prima necessità. Cosa contrastare questo stato di cose? Se lo sono chiesto in molti, a cominciare dagli economisti algerini, alcuni dei quali puntano il dito contro una concorrenzialità solo virtuale dei mercati agroalimentari.

Come ha fatto Slimane Bédrani, docente della Scuola superiore nazionale d'agronomia, che ha sollecitato l'organizzazione di filiere perché, ha spiegato, 'lo Stato gioca in modo molto imperfetto il suo ruolo dei garante del funzionamento concorrenziale dei mercati''. (ANSAmed).

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