(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 09 GEN - Le casse sociali di previdenza e
garanzia in Tunisia sono allo stremo e, secondo le stime
dell'Ugtt, il più importante sindacato del Paese nonchè soggetto
'politico' importantissimo, potrebbero accusare a conclusione
del 2015 un pesante deficit di bilancio che rischia di mettere
in ginocchio l'intero sistema, vitale per larga fetta della
popolazione.
I dati elaborati dall'ufficio studi dell'Ugtt sembrano
lasciare, purtroppo, ben pochi dubbi sulla attuale situazione
delle tre principali casse tunisine.
Secondo il sindacato, la Cnss (Cassa nazionale di sicurezza
sociale) a fine 2015 accuserà un deficit di bilancio di 390
milioni di dinari; quello della Cnrps (Cassa nazionale pensioni
e previdenza sociale) di 285 milioni; quello della Cnam (Cassa
nazionale assicurazioni) di 70 milioni.
Cifre astromomiche per i parametri tunisini, che rischiano di
mettere i tre istituti in gravissime ambasce per il futuro, non
tanto per la liquidazione di pensioni o quant'altro, ma perchè
costringeranno il Governo - dopo che quelli precedenti avevano
cominciato a pensarci - ad adottare delle misure, pena il
fallimento di una politica sociale che s'è dimostrata
importantissima per milioni di tunisini.
Il Paese sta attraversando una lunga crisi economica,
cominciata ben prima della caduta del regime di Ben Ali e che si
è tradotta, nel tempo, in una contrazione sensibile delle
opportunità di lavoro. Cosa che ha colpito e colpisce ancora i
giovani, stretti tra un mercato del lavoro che non riesce ad
assorbirne numero e potenzialità ed una condizione di mancata
produttività in termini di reddito che li costringe ancora a
vivere sulle spalle della famiglia. Dove spessissimo sono i più
anziani a portare certezze, grazie appunto alle loro pensioni,
comunque abbastanza basse, ma in ogni caso garantite.
Questo stato di cose, per andare aventi stante le attuali
norme, presuppone una saldezza dei conti che oggi purtroppo le
casse socioali non riescono più a garantire e che necessitano
invece l'adozione di misure urgenti, la più probabile delle
quali appare l'innalzamento dell'età per potere accedere alle
pensione. Una piccola, ma sostanziale rivoluzione, che però, per
la necessità di scaglionare i tempi per andare a regime,
produrrebbe i suoi effetti nel medio-lungo periodo. Cosa che
almeno ad oggi Cnss, Cnrps e Cnam forse non possono più
permettersi. Con la sola scappatoia di chiedere allo Stato di
coprire il disavanzo.
Ma la gravità della situazione impone l'adozione di scelte
che potrebbero, anzi probabilmente saranno impopolari e che si
pongono come l'ennesimno ostacolo sul cammino del nuovo governo
che vede il suo percorso prossimo venturo irto di difficoltà.
(ANSAmed).
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Tunisia: allarme sindacati, casse previdenza in rosso
Si prospetta pesante deficit, servono misure urgenti