Rubriche

Commercio: crisi Libia fa calare scambi Italia con Paesi Med

-5,8% a fine 2014. 11% export è verso area Mena e la Turchia

Un'immmagine del porto di Napoli (dal sito ufficiale dell'Autorità portuale)

Redazione Ansa

(di Francesco Tedesco) (ANSAmed) NAPOLI - L'interscambio commerciale tra l'Italia e i Paesi dell'area Med a fine 2013 ha toccato quota 54,8 mliardi di euro, cifra che alla fine dell'anno in corso subirà un calo del 5,8%. Il trend è destinato a proseguire, visto che le proiezioni per il 2016 indicano un ulteriore calo che farà scendere l'Italia al quarto posto tra i Paesi che hanno interscambi con l'Area Med, dopo Cina, Germania e Usa, con un valore previsto dell'interscambio di circa 57 miliardi di euro.

E' quanto emerge dal quarto rapporto annuale "Le relazioni economiche tra l'Italia e il Mediterraneo", curato dal centro Studi e ricerche per il Mezzogiorno, del gruppo Intesa San Paolo, che ha sede a Napoli. Sul calo dell'interscambio pesa soprattutto l'instabilità politica in Libia. Il 2013 ha visto infatti una contrazione (-11,2% sul 2012) dovuta al forte calo delle importazioni di petrolio dalla Libia (-37,8% nel 2013).

I dati relativi alla prima metà del 2014 confermano un significativo calo dell'interscambio commerciale, che si attesterà sul -5,8% a fine anno. L'area del Mediterraneo conserva però un ruolo strategico nel commercio italiano: l'Italia ha infatti esportato per 390 miliardi di euro nell'ultimo anno e l'export verso i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo ha toccato quota 29 miliardi, a cui si sommano quasi 15 miliardi di export verso l'area del Golfo, per un totale di 43,8 miliardi di euro. La Regione Mena (Middle East and North Africa) più la Turchia coprono quindi l'11,1% del totale dell'export dell'Italia, valore superiore alle esportazioni verso gli Stati Uniti (27 miliardi) e verso la Cina (9,9 miliardi).

Osservando il trend di lungo periodo, inoltre, dal 2001 al 2013 l'export dell'Italia verso l'Area Med è più che raddoppiato (+107,1%). Il ritmo di crescita dell'export italiano è stato superiore a quello di Stati Uniti (+58,6%) e Francia (+53,8%) e non lontano da quello della Germania (+138,7%). Le proiezioni a fine 2014 indicano una sostanziale tenuta dell'export italiano (-0,6% sul 2013).

In particolare, l'incidenza dell'Area Sud Mediterraneo sul totale del commercio estero dell'Italia è stata pari al 7,3% nel 2013, una quota sensibilmente maggiore rispetto ai principali competitor dell'Italia. Per la Germania tale incidenza è infatti del 2,9%, e dell'1,7% per la Cina. Questo dato indica con chiarezza la "specializzazione" Mediterranea del commercio estero italiano, che è ancora più marcata per il Mezzogiorno, che raggiunge un'incidenza dell'interscambio verso l'area del Sud Mediterraneo doppia rispetto all'Italia, al 14,6%.

Valore quest'ultimo che dipende anche dal fatto che in alcune regioni del Mezzogiorno c'è l'area di arrivo di pipeline e gasdotti: il valore dell'interscambio energetico sul totale è pari al 40,3%, in calo però rispetto al 2012.

Alcuni di questi Paesi si confermano essenziali per il nostro approvvigionamento energetico: da quest'area arriva infatti oltre il 22% delle forniture italiane di prodotti energetici, una percentuale che per Francia e Germania è inferiore al 10%.

Per quanto riguarda infine l'influenza che gli stravolgimenti politici degli ultimi tre anni hanno avuto nella crescita dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, lo studio Srm evidenzia come la crescita media del loro Pil, prima della crisi finanziaria del 2009 e delle Primavere Arabe, si attestasse al 5,5% medio annuo: un ritmo sceso all'attuale 2,3% nelle previsioni per il 2014. Si tratta comunque di un valore che si prevede in ripresa, al 3,6% nel 2015 e al 4% nel 2016. E (ANSAmed).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it