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Crisi: Croazia; Fmi vede progressi, ma 'continuare riforme'

Pil -1% nel 2014, a zero nel 2015

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ZAGABRIA, 13 NOV - La Croazia, per far fronte alla crisi economica entrata nel sesto anno consecutivo con Pil in discesa, ha bisogno di un forte consolidamento fiscale e di una serie di ulteriori riforme strutturali. Lo afferma il Fondo monetario internazionale (Fmi) in un rapporto diffuso oggi a Zagabria, a conclusione di una missione esplorativa nel Paese balcanico entrato a pieno titolo nella Ue poco meno di un anno e mezzo fa.

Sebbene negli ultimi anni, scrive il Fmi, la Croazia abbia adottato varie misure per rafforzare le finanze pubbliche e dare respiro all'economia reale, ora rimane fondamentale continuare su questa strada, e non desistere in vista del ciclo elettorale, ovvero delle elezioni presidenziali previste a gennaio e quelle politiche in programma alla fine del 2015. Nel prossimo periodo sarà perciò necessario stabilizzare il debito pubblico con altre misure di carattere fiscale, aiutare le imprese a riprogrammare i loro debiti, innalzare la capacità assorbente delle risorse a disposizione nei fondi europei e stimolare le spese della popolazione. Nel 2014 si prevede inoltre una diminuzione del Pil dell'un per cento, insieme ad un deficit dei conti pubblici del 5 per cento. Sebbene non si possa ancora sperare in una ripresa nel 2015, ci si può attendere che l'economia per la prima volta in più di sei anni non veda un ennesimo calo del Pil che dovrebbe restare intorno allo zero. Le proiezioni del budget per il 2015 lasciano sperare anche in una riduzione del deficit al 4 per cento. Il Fmi giudica poi in modo positivo l'introduzione dal primo gennaio di una tassa sugli interessi riscossi dai depositi bancari, gli sforzi fatti per attirare investimenti stranieri diretti e quelli miranti a una migliore riscossione del gettito fiscale, specie dal settore turistico. Tra i maggiori problemi rimane l'instabilità finanziaria del sistema sanitario, che continua a generare enormi perdite a causa della scarsa efficienza organizzativa e una tendenza degli ospedali a non gestire le risorse in modo razionale.

La Croazia ha negli ultimi anni sempre respinto una ipotesi di arrivare a un accordo stand-by con il Fmi, che le avrebbe garantito crediti a interessi molto convenienti, mettendo però sotto pressione il governo a fare tagli drastici delle spese, come la diminuzione delle retribuzioni nel settore pubblico e delle pensioni. Il governo di centro-sinistra ha promesso che anche nel 2015 gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni non verranno toccati. (ANSAmed).

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