(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 05 NOV - Anche se i rapporti politici con
Parigi non sono mai stati realmente sereni (difficile
dimenticare la guerra di Indipendenza e tutto ciò che la
caratterizzò), l'Algeria ha sempre avuto nella Francia il
partner commerciale di riferimento. Tanto che i prodotti
francesi hanno avuto per decenni la supremazia in termini di
importazioni, spaziando da quelli lavorati a quelli
agroalimentari, per tacere degli automezzi.
Da qualche anno a questa parte però tutto sembra essere
cambiato e a farla da padroni sul mercato algerino sono i
prodotti ''made in China'' che arrivano in quantità sempre
maggiori e, in virtù della loro competitività, creando in alcuni
segmenti un vero e proprio monopolio che, almeno guardando al
quadro attuale, sembra ben difficile da scalzare.
E non si tratta di un fatto episodico, dovuto magari
all'affermarsi effimero di una moda e, quindi, di importazioni
mirate, perchè il predominio del Dragone d'Oriente si è andato
consolidando negli ultimi tre anni e, con un trend di crescita
di un miliardo di dollari all'anno, ora si è attestato a sei
miliardi ed ottocento milioni di biglietti verdi.
La Cina, forte anche degli ottimi rapporti politici che ha
saputo instaurare con Algeri (e che spesso si sono tradotti in
commesse miliardarie per grandi opere infrastrutturali), ha
saputo spuntare dei regimi tariffari di tutto vantaggio,
conquistando lentamente, ma con un percorso costante, posizioni
di totale controllo di parti del mercato.
Come quello dell'esportazioni di autovetture per uso civile
che (come afferma il rapporto annuale delle Dogane algerine,
citato da El Watan), tra il 2011 ed il 2013, sono aumentate
dell'81 per cento. Se a questo dato si aggiunge l'import dei
veicoli per il trasporto delle merci e quello per il trasporto
dei passeggeri, a conti fatti l'Algeria ha sborsato più d'un
miliardo di dollari per portarsi a casa automezzi prodotti da
fabbriche cinesi.
Ma a contribuire alla ''grandezza'' dei numeri danno un forte
input le importazioni di oggetti per la vita quotidiana, quelli,
per capirci, che usano le massaie, come gli studenti, come gli
uomini d'affari.
Dietro all'impetuosa crescita delle esportazioni cinesi,
altri Paesi si affermano sul mercato algerino. Come la Turchia,
anch'essa in ottime relazioni politiche con Algeri,
capitalizzate con rapporti commerciali che stanno registrando
una crescita costante, in settori non ad altissimo reddito (come
quello dei biscotti e della cioccolata), ma che 'giocano' molto
sulle quantità. E questo ha contribuito alla crescita
dell'import dalla Turchia, che ha segnato una progressione del
25 per cento per anno.
(ANSAmed).
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Algeria: mercato in mano a prodotti 'made in China'
L'export del Dragone ha sconfitto di nuovo quello francese