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World Islamic Economic Forum, finanza islamica sara' norma

Ma clientela ancora dubbiosa su veri valori musulmani prodotti

Donne malesi davanti ad un poster della Islamic Bank Mastercard a Kuala Lumpur, nel 2009

Redazione Ansa

(Di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI - Nel futuro prossimo della finanza islamica c'e' il passaggio da prodotto alternativo a norma. E' una delle conclusioni emersa dal World Islamic Economic Forum (Wief) in chiusura oggi a Dubai che tuttavia, mette anche in evidenza come la conquista della fiducia tra i musulmani, non sia affatto un dato scontato.

La sfera della finanza regolata secondo i dettami della Sharia, la legge coranica, occupa l' 1,4% del mercato globale della finanza con beni valutati tra il trilione ed il trilione e mezzo di dollari. La sua crescita, tuttavia, sembra incappare in un ampio scetticismo proprio da parte dei clienti musulmani.

Uno studio della societa' di consulenza PwC condotto nei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo - il blocco petrolifero composto da Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Bahrain, Emirati Arabi Uniti ed Oman - ha infatti rivelato che soltanto il 52% degli attuali clienti di istituti finanziari islamici ritengano che questi, effettivamente, seguano parametri conformi alla Sharia.

Etichettarsi come "islamiche" non e' sufficiente per le almeno 400 banche nel mondo per assicurarsi la fiducia dei potenziali clienti e, pertanto, garantirsi una crescita futura.

Il solo nome non basta, i prodotti devono riflettere i valori islamici. Ed e' qui uno dei nodi da sciogliere.

Seguire il percorso di una netta differenziazione dai servizi convenzionali dimostra di non convincere parte della potenziale clientela, mentre la tendenza a voler duplicare quelli convenzionali gia' ben rodati, non convince l'altra parte, quella piu' attenta al carattere islamico degli istituti di credito.

"Le opportunita' di crescita sono enormi ma per sfruttare il potenziale le banche devono correggere la percezione che i loro clienti hanno e migliorare i servizi per portarli al livello delle altre banche," ha dichiarato Ashruff Jamall, direttore dei servizi finanziari islamici alla Pwc.

Oltre all'ottimizzazione dei servizi e dei prodotti giocano un ruolo fondamentale le piccole e medie imprese, allo stesso tempo promotrici e beneficiarie della crescita dell'islamic banking, ha sottolineato nel suo intervento iniziale Hussein Al Qemzi, amministratore delegato della Noor bank, la banca islamica di Dubai.

Sottolineando che la finanza islamica e' destinata ad essere presto la norma e non piu' l'alternativa, Al Qemzi, cosi' come altri relatori, ha tuttavia posto l'accento sull'urgenza di unificare le interpretazioni e le applicazioni delle diverse Board della Sharia in nome di quella standardizzazione internazionale del settore, tema conduttore della tre giorni di lavori del Wief, necessaria per una stabile e solida crescita dei servizi bancari islamici. (ANSAmed).

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