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Iran: Banca Ubae, stranieri pronti a investire dopo sanzioni

Advisor Feizollahi,intanto Italia ha perso 15 miliardi in export

Redazione Ansa

(ANSAmed) ROMA, 23 OTT - Le sanzioni contro l'Iran sono costate svariati miliardi di euro all'export italiano. Lo ha sottolineato oggi, citando uno studio Sace, l'advisor iraniano di Banca Ubae, banca che supporta imprese e istituzioni finanziarie per le loro attività commerciali in Africa del nord e sub-sahariana, Balcani, Medio Oriente, Sub-continente indiano ed ex repubbliche sovietiche. Oggi gli advisor della rete estera dell'istituto erano a Roma, nella sede della Confindustria all'Eur, per presentare le loro analisi sui vari Paesi e partecipare a incontri con aziende italiane. Alireza ha fornito una fotografia inattesa dell'Iran attuale. "La prima cosa che chiedono gli stranieri quando arrivano è: ma dove sono i segni delle sanzioni? In Iran circola molto denaro, ci sono diversi progetti importanti in corso. I centri commerciali sono migliori di quelli di Roma e Milano.

Nelle lobby degli hotel di lusso è tutto un gran parlare: rappresentanti di gruppi e interessi stranieri vengono per mantenere i contatti. Il loro scopo non è iniziare un business immediatamente: ma essere in prima fila quando le sanzioni verranno tolte o alleggerite". E in tema di sanzioni, il prezzo indiretto pagato finora dall'Italia in termini di export è stato consistente. "Dal 2006 - ha spiegato Feizollahi - si è registrata una perdita di oltre 15 miliardi di euro di esportazioni. Tra il 2014 e il 2016 il volume delle esportazioni italiane in Iran sarà di 3 miliardi; senza sanzioni, sarebbero stati 19 miliardi. Questa è una chiara indicazione di quello che l'Iran è, o meglio potrebbe essere, per l'economia italiana". Sulla stabilità sociale del Paese, l'esperto Ubae ha poi aggiunto: "Dimenticatevi le proteste dell'Onda verde. La gente ha visto quello che è successo in Siria e Iraq, o anche in Egitto, dove dopo un dittatore, ne è arrivato un altro. Gli iraniani comprendono ora che forse la democrazia non è tutto e che probabilmente la sicurezza vale di più". (ANSAmed).

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