(di Luciana Borsatti)
(ANSAmed) - ROMA, 14 LUG - L'integrazione euromediterranea
nel settore energetico è una condizione imprescindibile per lo
sviluppo, al nord come al sud. Un esempio? Nelle prossime
settimane, come ogni anno, le aziende italiane andranno in
ferie, riducendo i consumi di energia. Sull'altra sponda,
resteranno alti invece quelli dell'Algeria, con un un grande uso
di condizionatori. Perchè dunque non trasferire in quel Paese
l'eccesso di energia prodotta in Italia - grazie anche a quel
37% abbondante del fabbisogno che giunge dalle fonti rinnovabili
- non utilizzata in loco? Perché mancano adeguate infrastrutture
per il trasporto dell'elettricità.
A portare l'esempio è Michelangelo Celozzi, segretario
genrale di Med-Tso, associazione che raccoglie i gestori delle
reti di 17 Paesi euromediterranei (Israele e Palestina inclusi)
e che ha la sua sede presso gli uffici dell'Italiana Terna.
Celozzi dice di aver appreso con interesse del progetto di
far nascere una piattaforma euromediterranea nel settore del
gas, annunciato nei giorni scorsi dal commissario Ue per
l'energia Gunther Ottinger da Malta, al termine di un vertice
con una decina di Paesi del sud del Mediterraneo. Ma sottolinea
anche che la questione, che sarà portata alla Conferenza Ue
sull'energia in programma nel novembre prossimo a Roma, non si
riduce certamente alla gestione del gas. Proprio l'Algeria del
resto - per tornare all'esempio iniziale - ne è uno dei maggiori
produttori, ma questo non la affranca certamente dal bisogno di
sostegno da altri Paesi nei momenti di maggior consumo. Come,
più in generale, proprio i maggiori produttori di idrocarburi
della sponda sud puntano anche allo sviluppo delle fonti
rinnovabili per i propri consumi interni, preferendo destinare
le proprie riserve di gas e petrolio alle esportazioni.
Si ribalta così uno scenario che appartiene al periodo
pre-crisi, quando si guardava al Sud del Mediterraneo come a
fornitore di energia solare per il fabbisogno del Nord, con
progetti di matrice tedesca e francese (come il Desertek ed il
Med Solar Plan) ora storicamente superati dai fatti: in primo
luogo, per il ridursi della domanda di energia al Nord ed un
aumento dei fabbisogni al Sud, insieme all'interesse di quello
stesso Sud per lo sviluppo delle rinnovabili.
Da qui la necessità di nuove politiche energetiche che
guardino alla creazione di un rete di interconnessioni per una
distribuzione flessibile ed efficiente in tutta l'area, capace
di assecondare i picchi della domanda in un'ottica di
cooperazione tra i diversi partner regionali. E' questa la rete
cui guarda Med-Tso per il suo piano di un collegamento tra il
Maghreb e l'Europa che passi attraverso l'Italia, stimando
necessaria - in una prospettiva da qui a dieci anni - la
costruzione di 33 mila chilometri di linee ad alto voltaggio
nell'area euromed, con una spesa di circa 20 miliardi di euro.
Ed e' su queste basi che i paesi di Med-Tso guardano alla
conferenza del novembre prossimo a Roma. "Noi puntiamo
sull'integrazione - dice - e su progetti comuni concreti su cui
investire risorse. Le imprese ci saranno, da Enel a Terna, ma
serve anche l'impegno dei governi. Ma nella politica energetica
italiana - aggiunge con una nota polemica - la parola
Mediterraneo davvero c'è?". Il suo interrogativo fa esplicito
riferimento all'articolo odierno del Financial Times nel quale
si accusa l'Italia di essere un ostacolo nella Ue per azioni più
dure contro la Russia, per i suoi interessi comuni con Mosca
anche in campo energetico.
Ma che il Mediterraneo sia davvero al centro della visione
italiana per il suo semestre di presidenza della Ue lo
confermava nei giorni scorsi anche Enrico Granara, coordinatore
delle politiche euromediterranee del ministero degli Esteri.
Dal punto di vista italiano, spiegava, l'integrazione
euro-mediterranea è condizione "imprescibibile" per superare i
problemi economici del sud come del nord, "e lo sviluppo delle
infrastrutture", comprese quelle energetiche, e' una chiave per
lo sviluppo e la crescita dell'occupazione sulle due sponde.
L'Italia infatti, sempre secondo Granara, crede che sia ora
prioritario concentrarsi su politiche energetiche comuni, a
partire da gas e fonti rinnovabili, sulle reti infrastrutturali,
sul coordinamento degli investimenti e delle autorità nazionali
per l'energia. Tanto che la conferenza di Roma dedicherà
specifiche sessioni proprio ai temi delle interconessioni posti
da Med-Tso e agli enti regolatori dell'area euro-med, raccolti
nell'associazione Med-reg. Due associazione che hanno sede, non
a caso, proprio in Italia: la prima presso Terna a Roma, la
seconda presso l'Autorità per l'energia a Milano. (ANSAmed).
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Energia: non solo gas, sfida è nell'integrazione Euromed
Celozzi (Med-Tso),Mediterraneo sia davvero al centro semestre Ue