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Ambiente: Wwf, attivare società civile paesi arabi su solare

Con progetto europeo Shaams 50 mila posti lavoro in Paesi Med

Redazione Ansa

(ANSAmed) - NAPOLI, 28 MAR - Il 'risveglio' della società civile nei Paesi arabi per favorire la consapevolezza delle popolazioni in merito ai temi dell'ambiente e dell'energia pulita. Questo l'obiettivo che il Wwf ha sottolineato nel corso delle riunioni che si sono tenute a Napoli in occasione di Energymed, fieta che ha ospitato un dibattito sul progetto Shaams (Strategic Hubs for the Analysis and Acceleration of the Mediterranean Solar Sector), promosso nell'ambito del Programma Europeo per la cooperazione nel Mediterraneo (Enpi - Cbcmed). Shaams punta infatti a sensibilizzare l'opinione pubblica in materia di efficienza energetica, stabilire soluzioni efficienti per individuare politiche di energia solare innovative, trasferibili e sostenibili e favorire lo scambio di dati ed informazioni tra i soggetti dei diversi Paesi.

Il progetto vede la partecipazione di 12 partner tra cui le Camere di Commercio di Barcellona e di Beirut, la spagnola Funditec, l'Agenzia Energetica e Ambientale di Salerno), la Fondation Sphia Antipolis (Francia), la Egypt-Japan University of Science and Technology (Egitto), l'Agenzia Napoletana Energia e Ambiente (Anea), Wwf Italia, l'incubatore di imprese Al-Urdonia (Giordania) e l'Istituto tecnologico di Creta (Grecia). La transizione verso l'energia solare nel Mediterraneo offre, come sottolineato dal Wwf, grandi potenzialità in Giordania, Egitto e Libano, dove potrebbe creare 50.000 posti di lavoro fino al 2020.

Un recente studio sviluppato nel quadro del progetto Shaams dimostra che il Libano e la Giordania sono ancora molto dipendenti dalle importazioni di energia fossili (più del 95%).

Inoltre, la maggior parte della loro energia elettrica è prodotto con petrolio e gasolio pesante. La situazione energetica dell'Egitto è precaria a causa del declino attuale o previsto di risorse petrolifere e di gas naturale sul mercato interno. Il potenziale per il fotovoltaico in Libano potrebbe raggiungere i 110 GW , quasi 15 volte l'attuale energia prodotta dalle centrali termoelettriche del Paese. In Giordania le fonti rinnovabili di energia potrebbero tecnicamente fornire sessanta volte il consumo elettrico nel 2050. "Il primo passo - spuega Chantal Menard del WWF - è di influire sui decision maker di quei paesi, perché spesso i governi credono che il solare alzi i costi. Per questo è importante fornire i governanti di informazioni aggiornate, creando una piattaforma nel Mediterraneo di condivisione di ricerche e aggiornamenti sulle ultime tecnologie. In più l'esperienza della 'Primavera araba' ha portato a un risveglio delle coscienze nelle popolazioni, che può portare a una mobilitazione della società civile anche sui temi del risparmio energetico e delle rinnovabili. E infatti in Egitto in poche settimane trecento volontari hanno deciso di collaborare alle inziative in programma per l'ora della Terra del 29 marzo, tra cui lo spegnimento delle luci che illuminano le piramidi".

Incontri e worfshop sono previsti nei prossimi mesi anche in Libano, "in cui si punta sulla green economy per crare nuove opportunità di lavoro", spiega ad ANSAmed Aline Farajian, Shaams project manager presso la Camera di Commercio e industria di Beirut. "La conoscenza dei temi delle rinnovabili sta aumentando - prosegue - soprattutto tra i giovani che noi cerchiamo di stimolare. Per il 29 marzo, ad esempio, abbiamo lanciato un concorso per videomaker che potranno fare un video con lo smartphone sull'Ora della Terra e postarlo sulla pagina facebook "Earth hour Lebanon".

Molti, quindi, gli spunti arrivati dall'incontro di Napoli, città che, spiega Michele Macaluso, direttore dell'Anea, "si apre allo scambio di informazioni con gli altri Paesi del Mediterraneo anche grazie al know how accumulato negli ultimi anni che hanno visto l'Italia tra i primi paesi al mondo per la crescita dell'energia solare". (ANSAmed).

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