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Il Museo della Torre di Davide per raccontare Gerusalemme

Dopo tre anni di restauro riapre al pubblico il 1 giugno

Redazione Ansa

(di Massimo Lomonaco) (ANSAmed) - GERUSALEMME, 30 MAG - Una "linea di giunzione" tra antica e nuova Gerusalemme. Questo l'obiettivo dichiarato del ristrutturato 'Museo della Torre di Davide' che, dopo 10 anni di programmazione, 3 di realizzazione e un impegno economico di 50 milioni di dollari (oltre 46 milioni di euro), riaprirà al pubblico il prossimo 1 giugno. Ad un passo dalla Porta di Giaffa, uno degli storici ingressi in Città Vecchia, nato da una idea di Teddy Kollek (sindaco-totem per 28 anni), il Museo si è avvalso di un team multidisciplinare di archeologi, architetti, ricercatori, designer e creativi per raccontare in 2mila metri quadri i 4 mila anni di storia e gli innumerevoli passaggi di una città 'tre volte santa': per l'ebraismo, il cristianesimo e l'Islam, ma anche politicamente contesa dai palestinesi.

Se dall'alto della Torre di Davide si può godere di una vista a 360 gradi su Gerusalemme, all'interno - seguendo il tracciato del Museo - si apprende molto del significato della città prima di tuffarsi direttamente - grazie alla collocazione geografica dell'istituzione - nel vivo dei vicoli della parte Vecchia, passando dal Santo Sepolcro, al Muro del Pianto alla Spianata delle Moschee. Un 'miglio sacro' - come è stato definito - che racchiude la forte stratificazione della città. Il Museo - la cui ristrutturazione è stata resa possibile da molti ma principalmente dalla Fondazione Clore e dalla stessa municipalità - intende essere "la porta di accesso" a questa complessità storica, accresciuta dalla diversità delle fedi e dalla situazione politica. Le gallerie espositive - tutte interattive - prendono per mano il visitatore portandolo dalla fondazione della città, alla "santità" per le 3 religioni, fino alla soglia del 21/o secolo "concentrandosi sugli eventi e gli sviluppi che hanno plasmato la città nella storia recente e che continuano a influenzare la sua attuale identità di capitale dello Stato di Israele". Da non perdere il restaurato 'modello' in scala (in zinco, pitturato a mano) della città prodotto nel 1873 dall'artista ungherese Stefan Illes per il padiglione ottomano (la Sublime Porta comandava allora a Gerusalemme) alla Fiera Mondiale di Vienna. Un eccezionale "colpo d'occhio" su un agglomerato urbano di allora che a stento oggi si riconosce. Da vedere - oltre ai video proiettati nelle varie sale e dedicati ai temi relativi - il 'corto' realizzato da Ari Folman, regista di 'Walzer con Bashir' premiato a Cannes.

"Nessun altro museo - ha detto Eilat Lieber, direttrice e curatrice capo dell'istituzione - può raccontare la storia di Gerusalemme in una location così caratteristica, all'interno di questa cittadella, testimone di così tanti periodi movimentati nel passato della città. L'architettura iconica, le massicce mura in pietra di Gerusalemme e le bellissime sale di guardia con soffitto ad arco creano un ambiente unico".(ANSAmed).

(ANSA).

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