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A Tunisi premiato il lavoro della storica Anna Maria Medici

A docente Urbino il Prix Ibn Khaldoun per la riva nord del Med

Redazione Ansa

TUNISI - Uno dei premi attribuiti quest'anno dal Prix Ibn Khaldoun, creato a Tunisi per promuovere gli studi e le ricerche nelle scienze umane e sociali nel Mediterraneo, è stato assegnato alla docente di Storia e istituzioni africane presso l'Università di Urbino, Anna Maria Medici.

"I suoi temi di ricerca, la sua permanenza in Tunisia, il suo impegno per la ricerca sull'Africa e il suo contributo alla riuscita dell'esperienza di mobilità tra università tunisine e italiane". Queste le motivazioni dell'assegnazione del premio per la riva nord del Mediterraneo alla professoressa Medici, rese note dall'ex Rettore della facoltà di Lettere della Manouba di Tunisi, Habib Kazdaghli, che ha consegnato il riconoscimento insieme alla direttrice a.i. della Biblioteca nazionale di Tunisia, Hager Essahli, Mohamed Aziza, presidente del Programma Med 21 (rete dei premi per la promozione della Cooperazione nel Mediterraneo, di cui il Prix Ibn Khaldoun fa parte) e Larbi Benattia dell'associazione di sostegno al Programma Med21, in occasione della cerimonia tenutasi alla prestigiosa Khaldounia, Souk El-Attarine, alla Medina di Tunisi'.

Medici studia le società contemporanee in Nord Africa e Medio Oriente, con particolare attenzione alle questioni politiche e istituzionali e al dibattito storiografico relativo al Mar Mediterraneo. Ha iniziato la sua attività di ricerca sul campo nei primi anni 90. Attualmente è docente di Storia e istituzioni dell'Africa presso l'Università d'Urbino, dove insegna "Storia dei paesi Arabi", e "Governo e Stati d'Africa e Medio Oriente". È inoltre condirettrice della rivista "Afriche e Orienti", e ha diretto unità di ricerca scientifica per progetti nazionali e internazionali intrapresi dal Maeci per lo studio delle transizioni democratiche in Africa e Medio Oriente. È autrice di 57 pubblicazioni scientifiche, oltre che di diversi volumi di storia e saggistica. "La cooperazione universitaria fra l'Italia e la Tunisia, come fra l'Italia e l'Africa in generale, si conferma strategica, oggi più che mai" afferma Medici sottolineandi che "una duratura relazione nei più diversi settori si radica in una altrettanto solida conoscenza reciproca e collaborazione fra le istituzioni e le società". "Il programma Med21 sta facendo moltissimo per stimolare l'attenzione su questo ampio tema, con la collaborazione a Tunisi della storica istituzione Khaldounia. A loro e a tutte le istituzioni promotrici va l'omaggio e la riconoscenza per questo alto e illuminato lavoro culturale. C'è ancora molto che tutti possiamo e dobbiamo fare insieme. Speriamo che i tempi siano maturi per comprendere anche la rilevanza strategica, per il raggiungimento di questi obiettivi, del settore di studi africanistici in Italia, da alcuni decenni penalizzato dalle politiche accademiche e con un numero troppo limitato di specialisti italiani conoscitori dell'Africa rispetto ad altri Paesi europei. Tornare a inserire questo settore di studi negli insegnamenti obbligatori di alcuni percorsi universitari - com'era a fine del secolo scorso - sarebbe un ottimo segnale di effettiva attenzione culturale all'Africa e un potenziamento di energie per la cooperazione internazionale: un segnale che si attende da alcuni decenni", conclude la storica. Alla realizzazione dell'evento ha contribuito anche l'Istituto Italiano di Cultura di Tunisi.

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