(ANSAmed) - TEL AVIV, 11 AGO - Un'iscrizione di 1500 anni fa
con una supplica a San Pietro, rinvenuta di recente durante
scavi nel sito archeologico di Beit HaBek (el-Araj), rilancia
fortemente la tesi che il luogo - alla confluenza tra il fiume
Giordano e il Lago di Tiberiade - sia la città perduta di
Betsaida e che l'annessa basilica sia la Chiesa degli Apostoli.
Ne hanno dato notizia gli archeologi Mordechai Aviam e R. Steven
Notley aggiungendo così un ulteriore tassello alla convinzione
che la dimora di Pietro e di suo fratello Andrea sia a Betsaida
e non il villaggio di pescatori di Cafarnao sulle rive
nord-occidentali del lago di Tiberiade. Lo stesso Vangelo -
hanno ricordato gl esperti - non scioglie del resto il dilemma.
L'iscrizione - secondo Leah Di Segni dell'Università ebraica di
Gerusalemme e Jacob Ashkenazi del Kinneret College - comincia
con la frase con "Costantino, servo di Cristo". Ma non si tratta
- hanno spiegato -di Costantino, primo imperatore romano ad
abbracciare il cristianesimo, quanto piuttosto di chi donò la
chiesa in base alla tradizione bizantina. L'iscrizione poi
prosegue chiedendo l'intercessione del "capo e comandante degli
Apostoli celesti". Un chiaro riferimento - hanno sostenuto - a
Pietro che fu il primo a dichiarare che Gesù fosse il Messia e
considerato dalla tradizione il capo degli Apostoli.
L'iscrizione - incorniciata da un medaglione tondo formato da
due file di tessere nere in stile bizantino - facevano parte del
pavimento a mosaico della sacrestia della chiesa, che, in stile
bizantino, era decorata con motivi floreali. (ANSAmed).
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Spunta iscrizione a Beit HaBek, forse è antica città di Betsaida
Dedica a San Pietro trovata negli scavi sul Lago di Tiberiade