(ANSAmed) - PALERMO, 1 FEB - Le piccole mummie di Palermo
racconteranno stili di vita, abitudini, alimentazione, patologie
e anche cause della morte dei bambini vissuti nell'Ottocento. È
l'obiettivo scientifico di un progetto promosso e finanziato
dall'Arts and Humanities Research Council. Lo studio coinvolge
un team di studiosi guidato da Kirsty Squires, bioarcheologa
dell'università di Staffordshire, e coordinato dall'antropologo
Dario Piombino-Mascali.
L'indagine, nella prima fase radiologica, esaminerà i corpi
di 43 bambini mummificati custoditi nelle Catacombe dei
Cappuccini di cui Piombino-Mascali è conservatore. Tra le
migliaia di corpi mummificati qui riposa in una culla high-tec
anche la piccola Rosalia, la più celebre delle bambine
imbalsamate che da cento anni mantiene un'immagine viva e
incontaminata. La mummia di Rosalia non rientra però nei casi di
studio.
Quella che è partita a Palermo è una ricerca mai effettuata
prima sui piccoli e realizzata con metodi non invasivi. Alle
informazioni raccolte con strumenti e supporti avanzati si
aggiungeranno quelle reperite negli archivi: "Stiamo lavorando -
dice Kirsty Squires - a un progetto multidisciplinare che
permetterà di fare nuova luce sui bambini le cui famiglie
potevano permettersi un processo costoso come era la
mummificazione nel XIX secolo a Palermo. Potremo capire molto
dell'infanzia in quel periodo: la salute, lo sviluppo,
l'identità sociale e perfino il modo di concepire la vita". Il
progetto offrirà, aggiunge la sovrintendente Selima Giuliano,
"uno spaccato sulla Sicilia del passato, indispensabile per
leggere il presente". In tal modo, sostiene l'assessore
regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, potremo
"approfondire i dati in nostro possesso relativamente a un
patrimonio storico-culturale unico e ineguagliabile".(ANSAmed).
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Archeologia: mummie raccontano vita bambini dell'Ottocento
Progetto dell'Arts and Humanities Research Council a Palermo