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MedFilm Festival ospita 'Casablanca Beats' tra le anteprime

Candidato all'Oscar per Marocco e in sala dal 2022 con Lucky Red

Redazione Ansa

(di Valentina Maresca)

ROMA - Candidato all'Oscar per il Marocco e in distribuzione con Lucky Red dall'anno prossimo, 'Casablanca Beats' è stato tra i lungometraggi in anteprima protagonisti del vivace fine settimana del MedFilm Festival, in corso a Roma fino al 14 novembre con una serie di appuntamenti cinematografici cui si aggiungono incontri, letture e dibattiti. Nabil Ayouch, regista francese di origine marocchina, ha diretto una pellicola biografica sotto due aspetti: il film, infatti, narra di un centro culturale in cui l'hip hop diventa strumento di emancipazione per un gruppo di ragazzi della periferia di Casablanca simile a quello frequentato da lui quando viveva nella banlieue di Parigi, ma il regista è anche a sua volta fondatore del centro, cui si sono aggiunti quelli di Tangeri, Fes e Agadir, mentre il 26 novembre è prevista una nuova apertura a Marrakech.
"Ho dato vita al centro culturale di Casablanca grazie a una fondazione nel 2013. Alla sua apertura, le ragazze erano il 10 per cento, percentuale oggi salita al 50", nonostante per loro "possa essere particolarmente complicato usare il rap come forma di espressione artistica" in un determinato contesto, ha dichiarato Ayouch ad ANSAmed. "In ogni centro culturale, il numero dei partecipanti oscilla ormai fra i 300 e i mille ragazzi, una partecipazione molto significativa. Ho conosciuto di persona il Marocco a 30 anni, con un bagaglio formatosi a Parigi che mi ha dato una grammatica cinematografica più libera, in grado di trattare ambiti cui il cinema marocchino non era interessato".
Essere a cavallo di due Paesi grazie alle proprie origini, per Ayouch, dà uno "sguardo particolare sulla libertà di espressione", e certo non mancano le difficoltà nel dialogo tra mondi e generazioni. "Ci può essere incomprensione; molti genitori hanno ritirato i propri figli dai centri perché non capivano lo spirito critico veicolato dal rap e ne avevano paura, allora li abbiamo invitati per far conoscere meglio le attività di posti nei quali l'energia dei ragazzi si fa musica per esprimere vissuti personali, ma anche riflessioni su società, politica e religione".
Ayouch ha ricordato che "dal punto di vista culturale, negli anni Novanta in Marocco si è guardato più a Paesi del mondo mediorientale come l'Arabia Saudita o gli Emirati Arabi Uniti, ma anche all'Egitto, grazie ai canali satellitari. In seguito sono arrivate le piattaforme social, che hanno dato una visione più ampia sul mondo". Il rap è nato negli Stati Uniti (nello specifico a New York, nel quartiere del Bronx) e il Marocco, ex protettorato della Francia, "è stato il primo Paese a riconoscere l'indipendenza degli Usa", ha sottolineato Ayouch.
Il regista ha evidenziato anche come si riveda nei ragazzi del film e "il cruciale valore della trasmissione" nel rapporto tra professore e alunni, con il primo che grazie a loro ricostruisce parti smarrite di sé in una pellicola incentrata su difficoltà presenti e speranze nel futuro. 'Casablanca Beats', insomma, è una storia di formazione corale che si snoda al ritmo di note hip hop e uno sguardo sulla gioventù alle prese con il proprio posto nel mondo; un tema che unisce i popoli e, come tale, molto caro al MedFilm Festival. 

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