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Al Cairo l'oasi di Siwa raccontata da fotografi italiani e francese

Gli scatti sono di Siliotti, Pellegrini e Chicurel

L'oasi di Siwa in Egitto

Redazione Ansa

ROMA - Le meraviglie archeologiche e naturali dell'oasi di Siwa raccontate dalle foto di Alberto Siliotti, Daniele Pellegrini e Arnaud Chicurel: è questa la mostra che si apre l'8 novembre nella galleria dell'Istituto Italiano di Cultura del Cairo. Siwa è un'oasi del deserto libico, situata in territorio egiziano, 300 km a sud della costa mediterranea (Sollum), a breve distanza dal confine libico. Tra l'oasi e il Cairo vi è il nulla, ovvero 550 km di sabbia. Il terreno a Siwa nei punti di massima depressione tocca 17 m sotto il livello del mare e presenta numerose sorgenti, in parte calde e salmastre, e laghetti. Gli insediamenti si riducono a pochi villaggi agricoli dove si coltivano palme da datteri, olivi e agrumi. Gli abitanti parlano un dialetto berbero.

Originariamente in zona libica, l'oasi entrò in epoca saitica nell'ambito della cultura egiziana e vi furono elevati templi, fra i quali famoso l'oracolo di Ammone, visitato da Alessandro Magno. A nord dell'oasi, la montagna dei Morti, o Jebel al- Mawta, pullula di tombe risalenti alla XXVI dinastia e all'era tolemaica. La necropoli presenta una persistenza di elementi egiziani accanto a quelli greci. Le splendide foto della mostra, dopo la tappa del Cairo, saranno trasferite in maniera permanente nello Shali di Siwa, ristrutturato grazie a un importante progetto europeo.

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