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Anna Lindh, 'approccio sistemico' contro stereotipi genere

Sfide e buone pratiche condivise nel sesto dialogo Maratona Alf

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 24 GIU - Agire per avere una legislazione che promuova l'uguaglianza di genere, campagne di sensibilizzazione attraverso media e social network, e la necessità di un approccio sistemico a livello legislativo, culturale e dei movimenti di base in modo che nel 2021 donne e uomini siano considerati uguali. Sono queste le principali raccomandazioni emerse dal dibattito online "Fighting gender stereotypes: EuroMed Women for Dialogue", sesto dialogo pubblico della Maratona virtuale per il dialogo nella regione Euromed portata avanti dalla Fondazione Anna Lindh (Alf). L'incontro, tenutosi il 23 giugno sulla piattaforma Zoom e in diretta Facebook, ha voluto promuovere immagini multiple e rinnovate delle donne come agenti per la promozione del dialogo interculturale nella regione, e contrastare gli stereotipi che ostacolano la piena partecipazione e il potenziale delle donne nelle loro società.

Al dibattito hanno partecipato il Premio Nobel per la pace 2015 Ouided Bouchamaoui, Eleonora Insalaco della Fondazione Anna Lindh, Noor N. Swirki, giornalista e attivista per i diritti umani in Palestina, Aziza Nait Sibaha, caporedattrice di France 24, Josie Christofoulou, consulente di genere del Ministero degli Esteri di Cipro, Gabriel Berzoiu, presidente dell'organizzazione Geyc in Romania, Latifa El Bouhsini, docente di storia e attivista femminista del Marocco, Esther Fouchier, fondatrice di Forum Femmes Mediterranee e capo della rete francese di Alf, ed Emad Karim di UN Women. L'incontro è stato moderato da Aissam Benaissa di Connect NordAfrika.

Alla Fondazione Anna Lindh "crediamo che fornendo più narrazioni e più immagini possibili sui ruoli delle donne e degli uomini, possiamo rompere alcuni paradigmi culturali che abbiamo nelle società", ha sottolineato Eleonora Insalaco, riportando i dati raccolti in una ricerca Alf che mostrano risultati contrastanti. Mentre la maggioranza degli intervistati sia dell'Europa sia dei Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale (Paesi Sem) segnalano la necessità di un maggiore ruolo delle donne nella scienza e tecnologia e nel business, solo il 39% degli intervistati dei Paesi Sem segnala il bisogno di un maggiore ruolo delle donne nel governo e nella politica (53% nei Paesi europei).

Nel suo intervento, Ouided Bouchamaoui ha sottolineato il ruolo dell'educazione, della famiglia e dei media per combattere gli stereotipi, ma soprattutto "la necessità di un quadro giuridico, senza il quale non potremo mai avvicinarci a un'uguaglianza di genere".

"L'uguaglianza di genere è una priorità per il Ministero degli Esteri di Cipro", ha sottolineato Josie Christofoulou, illustrando alcuni progetti per combattere le disuguaglianze portati avanti anche per migranti, rifugiate e richiedenti asilo in Giordania e Palestina. Gabriel Berzoiu ha ricordato l'iniziativa dei "GenderIdTalks", una serie di webinar organizzati da Geyc nel quadro della Maratona Alf sulla lotta agli stereotipi di genere.

"Il cambiamento degli stereotipi può essere raggiunto con l'impegno dei giovani, in particolare delle giovani donne", ha dichiarato Noor Swirki, sottolineando il ruolo delle donne giornaliste nel sensibilizzare sui diritti femminili. Il legame tra donne e sport per combattere le disuguaglianze è stato affrontato da Aziza Nait Sibaha, raccontando l'esperienza del giornale online Taja Sport, lanciato a marzo per promuovere la pratica sportiva femminile nella regione Mena, mentre Latifa El Bouhsini ha sottolineato l'importanza dell'impegno degli uomini attivisti nella lotta agli stereotipi.

Sull'uguaglianza di genere "credo che ci sia molto da fare" e "dovremmo avere più donne nei processi decisionali, questo non è più accettabile", ha affermato Emad Karim. Infine, per combattere gli stereotipi, "le leggi sono essenziali, ma non sono sufficienti, perché se non si cambia mentalità i diritti non potranno essere implementati, e non avremo ruoli uguali per uomini e donne", ha affermato Esther Fouchier.(ANSAmed).

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