(ANSAmed) - ROMA, 14 GIU - (di Francesco Gallo)
(ANSAmed) - ROMA, 14 GIU - Si capisce subito che Margaux
(Emmanuelle Béart) non è una donna qualsiasi, ha cultura e
sensibilità e questo peggiora la sua solitudine di cinquantenne
da poco vedova. Da qui la ricerca di un ritorno alla vita
attraverso i sentimenti o il solo sesso per uscire dall'inverno
in cui si trova relegata. Questo, in sintesi, L'ETREINTE, opera
prima di Ludovic Bergery, già al 12/o Festival di Les Arcs e ora
presentata a Rendez-Vous, tradizionale incontro romano tra
produzioni francesi e pubblico italiano. "Margaux è una donna
che si ritrova libera, senza famiglia, senza figli, in piena
solitudine. Ma lei è una donna coraggiosa, non diventa vittima
di questa solitudine, è come una bella addormentata che ha il
coraggio di ritrovare le energie vitali per tornare a vivere",
dice stamani a Roma la Béart.
Che fa la Margaux di L'ETREINTE? Riprende gli studi di
tedesco in un'università di provincia, dove si è trasferita la
sorellastra, e fa amicizia, nonostante l'età, con un gruppo di
studenti tra cui Karl (Nelson Delapalme), Lise (Marie
Zabukovec), Harold (Sandor Funtek), Wilfried (Arthur Verret) e
soprattutto Aurélien (Vincent Dedienne), l'unico a raccogliere
le sue più intime confidenze. Margaux proverà poi, tra mille
goffaggini e vergogna per un corpo non più giovane, a risorgere
avendo prima un'avventura con un insegnante (Tibo Vandenborre),
poi attraverso una app di appuntamenti per gli amanti del solo
sesso dove incontra Yannick Choirat a cui si lega anche
affettivamente.
L'innamoramento? "A dieci anni o cinquanta l'amore è sempre
lo stesso - spiega l'attrice classe 1963 - . Certo una donna a
cinquant'anni viene guardata in un altro modo rispetto a un
uomo. Ma nel caso di Margaux è più facile amare che essere
amata, come si vede puntualmente nel film". Momenti difficili
della sua carriera? "Non ho avuto problemi particolari forse
perché non ho mai accettato di avere una sola immagine e ho
invece sempre preferito fare ruoli differenti. Comunque non ho
nostalgia del passato, né dei ruoli che ho già fatto. E poi -
sottolinea l'attrice che ha avuto due mariti, tra cui Daniel
Auteuil, e tre figli - ho avuto una vita privata davvero ricca".
Verso il cinema italiano mostra vero entusiasmo: "Pasolini è per
me come un Dio. Adoro poi Nanni Moretti, specialmente il suo
Palombella rossa. Quando ho visto poi da bambina con mio padre
'Incompreso' di Comencini ho pianto per lo choc".
Donne anziane e cinema? "È vero che l'industria
cinematografica è dominata da uomini, ma io non ho mai sofferto
troppo per questo. È anche vero che è molto più difficile
invecchiare da attrice donna e che ci sono più ruoli per una
donna giovane. Certo sarebbe bello vivere in un luogo in cui le
donne lavorano a tutte le età".
Da sempre impegnata nel sociale, l'attrice ha annunciato oggi
che sta girando un documentario "su quelle persone che vivono in
abitazioni non agibili o con precarietà energetica. Sono milioni
che vivono così e io ho già intervistato molte famiglie in
queste condizioni".(ANSAmed).
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Emmanuelle Béart, la mia Margaux 50enne bella addormentata
'L'Etreinte' di Ludovic Bergery a rassegna Rendez-Vous a Roma