(di Francesco Gallo)
(ANSAmed) - ROMA, 18 GEN - Tra le bombe, il filo spinato e le
macerie della Striscia di Gaza c'è anche chi, come Abdallah e
Jehad, salta divertito tra mille acrobazie. È quello che
racconta il pluripremiato ONE MORE JUMP di Emanuele Gerosa già
alla 17/a Festa del Cinema di Roma e ora in streaming gratuito,
previa prenotazione, il 21 gennaio con CG Premiere, preceduto
dalla presentazione dell'autore. Per chi non potrà partecipare
all'evento in diretta il film sarà comunque disponibile On
Demand per il noleggio e l'acquisto digitale su
www.cgdigital.it.
Che accade nel film? C'è appunto il racconto di questi due
ragazzi amanti del parkour, sport estremo nato in Francia, pieno
di ostacoli da superare con grandi acrobazie. Entrambi sono a
loro modo dei campioni che hanno passato la loro giovinezza a
provare nuovi esercizi tra recinzioni, strutture bombardate e
cimiteri abbandonati nella periferia della città. Non solo, sia
Abdallah che Jehad hanno insegnato il parkour alle nuove
generazioni di Gaza quasi come una terapia, un sostegno contro
l'oppressione di questo popolo controllato dai droni israeliani
e che vive tra continui disagi e pericoli. Abdallah, fondatore e
leader storico del Gaza Parkour Team, ha lasciato da tempo il
suo paese e si è trasferito in Italia, in Toscana, dove è sempre
in cerca di lavoro aspettando di diventare un atleta
professionista. Jehad, che ha preso il suo posto nella scuola,
invece vive ancora segregato a Gaza, insieme alla madre e a un
padre paralizzato, e sogna di fuggire (è in attesa di un
passaporto che non arriva). Jehad pensa poi che Abdallah, suo
maestro, sia poco più di un traditore che li ha abbandonati.
Ma questi ha la sua ultima occasione, decide infatti di
iscriversi alla competizione di parkour in Svezia e partire così
dall'Italia per partecipare a questa gara che potrebbe
cambiargli la vita. Nel frattempo anche Jehad ha il suo colpo di
fortuna: riceve infatti il visto che aspettava da anni per avere
il passaporto. Ma riuscirà a lasciare la famiglia che conta solo
su di lui e a trovare anche le medicine per il padre che si
possono comprare solo in Israele?
"Ho voluto usare il parkour come una metafora visiva della
condizione in cui questi ragazzi vivono - dice Gerosa nelle sue
note -. A Gaza infatti gli ostacoli e le barriere sono ovunque e
superarli è parte della vita quotidiana di ognuno fin dalla
nascita. I ragazzi del Gaza Parkour si cimentano ogni giorno in
acrobazie sempre più pericolose, sfidando in maniera simbolica
le barriere della realtà in cui sono nati e quel muro
invalicabile che li separa dal mondo esterno. Per loro -
conclude il regista - rappresenta il modo di riappropriarsi
della loro terra, recuperare una libertà negata e mantenere viva
la speranza in un futuro migliore." (ANSAmed).
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Cinema: salti tra bombe e filo spinato a Gaza
Arriva in VOD pluripremiato One More Jump di Emanuele Gerosa