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Guernica e Covid, al Guggenheim Museum le foto di Ballester

Artista madrileno racconta catastrofe dove protagonista sparisce

L'artista spagnolo Josè Manuel Ballester

Redazione Ansa

ROMA - Lo spettatore al centro di catastrofi dove il protagonista è scomparso: al Guggenheim Museum di Bilbao è aperta per i prossimi tre mesi la mostra "Josè Manuel Ballester [2020/03/15]", il progetto fotografico dell'artista spagnolo Josè Manuel Ballester, ambientato nelle strade deserte di Bilbao durante il lockdown della scorsa primavera.

Gli scatti saranno esibiti accanto "Riguardo Guernica", la versione "disabitata" di Ballester (celebre per le sue versioni di quadri famosi svuotati dei protagonisti) del celebre dipinto di Picasso dedicato alle vittime del bombardamento subito durante la Guerra civile spagnola.

Non a caso vengono accostati questi due temi: scopo del progetto è mostrare le conseguenze drammatiche di eventi catastrofici come una guerra o una pandemia, permettendo al visitatore di immergersi in una prospettiva inedita sulla storia e la tragedia umane. Da qui la scelta dunque di mostrare la cittadina straziata dai bombardamenti durante la guerra civile del 1937, e insieme le strade di Bilbao (Elcano, La Salve, la Metro e Calle Bailèn) ai giorni nostri funestati dal coronavirus, unendo così due scenari orfani di personaggi ma pieni di drammaticità.

Come ha detto lo stesso autore: "L'assenza di esseri umani nelle strade creava un'immagine inedita di vie, viali e piazze assolutamente svuotati. Ma la cosa più disturbante era sapere che tutti gli abitanti erano lì, che si trovavano a soli pochi metri da me, protetti dalle mura delle loro case. Nonostante fossimo così vicini, il silenzio regnava sovrano".

Un "compendio" digitale del progetto è disponibile sul sito web del museo. Inoltre il 21 dicembre e il 14 gennaio la pinacoteca organizzerà due incontri accessibili via streaming, rispettivamente una lettura poetica ambientata tra le opere della mostra (a cura di Andoni Egaña e Maialen Lujanbio) e un'intervista con l'autore insieme alla curatrice Petra Joos e al giornalista Carlos del Amor.

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