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Tunisi, campagna online per salvare l'Hotel du Lac

Simbolo dell'architettura brutalista in Nord Africa

Redazione Ansa

TUNISI - Il progetto "No alla demolizione" è un messaggio, un grido lanciato in rete dall'artista visuale Mouna Jemal Siala e dall'architetto d'interni Manna Jmal per sensibilizzare i cittadini a salvare dalla demolizione l'Hôtel du Lac, nel cuore della capitale tunisina. Progettato agli inizi degli anni '70 dall'architetto italiano Raffaele Contigiani, la costruzione che ha rivoluzionato il paesaggio architettonico tunisino con la sua caratteristica forma di piramide rovesciata, esempio iconico della corrente "brutalista", è infatti abbandonata da 20 anni, e il suo proprietario ne aveva annunciato la demolizione nel 2013.

Questa campagna di sensibilizzazione virtuale consiste nella proiezione di immagini nelle quali si possono vedere iscrizioni arancioni in caratteri arabi, visibili e leggibili su tutta la facciata dell'edificio. La dimensione monumentale delle lettere è lì per mostrare l'importanza e l'ampiezza del messaggio. Mouna e Manna hanno scelto il colore arancione per incidere le lettere perché era il colore di tendenza degli anni '70 quando l'edificio è stato costruito. Il nuovo progetto artistico, ha spiegato Mouna, è finalizzato ad "attirare" lo spettatore con immagini che sono simulazioni, oscillanti tra il virtuale e il reale. Secondo l'artista, l'arancione, che considera un colore dinamico e benevolo serve come strumento per ricordare l'atmosfera interna di un edificio architettonico in pericolo che rischia di essere demolito.

L'annuncio della demolizione dell'hotel du Lac nel 2013 ha innescato nel tempo diversi movimenti di protesta da parte della società civile e numerosi interventi in vista della salvaguardia di questo edificio simbolo della corrente architettonica brutalista tra i più caratteristici della Tunisia.

Artista multidisciplinare, desiderosa di preservare la memoria della sua esperienza personale, Mouna pone la fotografia al centro del suo lavoro e attinge alla propria storia per affrontare la questione dell'identità, sempre incuriosita da ciò che accade nel suo ambiente vicino e lontano.

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