(ANSAmed) - RABAT, 11 AGO - Viaggiare attraverso le
immagini non è soltanto l'alternativa alle frontiere chiuse per
il coronavirus. La mostra 'Marocco. Roberto Polillo. Fotografie
2005-2018' in corso al Museo delle culture di Lugano (fino al 6
settembre) è l'occasione per ripensare l'orientalismo, per
andare dritti al punto essenziale dell'esotismo e anche per
riconsiderare la fotografia.
Le 39 opere in esposizione al piano terra di Villa Malpensata
sono solo una parte della ricerca per immagini che Polillo ha
dedicato al Paese del tramonto, il Marocco, per il quale
l'Oriente siamo noi, l'Europa.
Le fotografie raccontano il percorso visivo che un turista a
caccia di mete potrebbe trovare sul catalogo di un'agenzia
viaggi. Gli scatti impressionisti, realizzati con una speciale
tecnica di mosso, stravolgono lo sguardo. Tutto è riconoscibile:
l'immensa piazza Jama El Fnaa di Marrakech, le dune di Merzouga,
la fortezza Oudaia di Rabat, i muri blu di Chefchauen e quelli
bianchi di Asilah. Eppure tutto è trasfigurato. C'è una visione
esotica di fondo, che - come scrive Francesco Paolo Campione
nell'introduzione al catalogo - "costituisce la tendenza
generica e universale dell'animo che porta gli uomini a
desiderare ciò che è straniero e sconosciuto, immaginando
l'esistenza di luoghi lontani in cui regna una maggiore
sapienza, in cui la vita è più intensa e voluttuosa, e in cui
una natura prodiga o migliori conoscenze alleviano i dolori
dell'esistenza".
La realtà è sfiorata, il pretesto per un racconto del Marocco
che continua sulle pagine del catalogo illustrato da 94 opere,
la ricostruzione scientifica e artistica del progetto che il
museo svizzero è pronto a far girare prossimamente nella rete
dei Musec del mondo.
Intanto, per volere dell'artista, cinque degli scatti marocchini
di Polillo andranno ad arricchire la collezione del Consolato
del Marocco a Milano. (ANSAmed)..
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Sguardo inedito sul Marocco in una mostra a Lugano
Viaggio fotografico ai tempi della pandemia fino al 6 settembre