(ANSAmed) - ROMA, 07 AGO - (di Francesco Gallo)
(ANSAmed) - ROMA, 7 AGO - Non ci sono solo gli sbarchi a
Lampedusa ripresi dai media di tutto il mondo, i veri migranti
invisibili sono quelli della rotta balcanica che nessuno fa
vedere e che sono anche molti di più (5000 quelli accertati nel
2019). Un fenomeno in piena crescita che ha fatto dire al
presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedigra, nel
corso dell'audizione al Comitato parlamentare Schengen, che la
"situazione è ormai ingestibile" con 1000 ingressi nel solo mese
di maggio. Ora su questa fuga nei boschi verso l'Europa c'è un
docu-film in post-produzione dal tocco poetico, 'No borders.
Flusso di coscienza' di Mauro Caputo.
Cosa racconta quest'opera piena di umanità verso migranti che
vengono da lontano, Pakistan, Siria, Iran, Algeria, Tunisia,
Nepal e Bangladesh? Racconta del loro lunghissimo viaggio sulla
rotta dei Balcani che si arresta appunto nei 242 km di confine
Italia-Slovenia, dove centinaia di persone, ogni giorno,
entrano in Italia non prima di essersi liberate da ogni traccia
di identità che potrebbe essere oggetto di respingimento.
Abbandonano così anche le loro medicine e ogni documento
rilasciato nei centri accoglienza dove sono stati ospitati,
portandosi solo un piccolo zainetto con lo stretto necessario.
"In realtà da noi stanno pochissimo - dice il regista
all'ANSA - cercano di raggiungere Francia, Germania e Spagna
che sono in genere le loro mete. Da qui - aggiunge Caputo - i
dati sottostimati del loro afflusso. La stessa polizia non ha
troppo interesse a fermarli, a controllarli più di tanto, perché
sa che da noi sono solo di passaggio". Se fossero fermati,
aggiunge Caputo, autore di una trilogia dedicata a Giorgio
Pressburger, "occorrerebbero traduttori, avvocati, tutto un iter
complicato. Nonostante questo, la popolazione di Trieste
comincia ad essere sensibile al fenomeno. Certo - aggiunge - è
più facile individuare e contare quelli che arrivano coi
barconi, ma la rotta balcanica esiste e nessuno se ne accorge
troppo".
Nel film dedicato proprio a Pressburger amico del regista,
all'inizio in sottofondo la voce minacciosa di Matteo Salvini in
un discorso contro i migranti. Per il resto nessuna
testimonianza, nessuna intervista, a parlare solo una voce fuori
campo che segue le tracce nei boschi lasciate da questo esercito
di invisibili pronti a distruggere ogni cosa del proprio passato
pur di iniziare una nuova vita in Europa. La tipologia dei
migranti in fuga è la stessa di quella degli sbarchi: "La
maggior parte sono maschi adulti - dice Caputo- , meno donne e
solo qualche bambino, anche se forse ultimamente ci sono più
famiglie in fuga sulla rotta balcanica". In 'No Borders' anche
tracce del cosiddetto 'The Game', ovvero il nome dato alla rotta
migratoria nei Balcani chiamata così perché, come in una
simulazione di gioco, un migrante ci prova decine di volte,
correndo rischi elevatissimi, fino a quando non riesce ad
entrare. Frase tormentone di 'No Borders. Flusso di coscienza',
quella che la voce fuori campo dice più di una volta a rimarcare
l'inevitabilità del fenomeno: "Non si può fermare un fiume".
Vale a dire nessuno pensi di poter mettere una diga a questo
esodo. "Una persona su 97 è in questo momento in fuga,
almeno secondo i dati Onu", ci tiene a dire Caputo. (ANSAmed).
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Cinema: attenzione ai migranti della rotta balcanica
In 'No Borders' di Caputo fenomeno superiore a sbarchi