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In Sicilia 'Museo a cielo aperto',con opere conteporanee

Fondazione Orestiadi lancia percorso da Paladino a Briggs

Redazione Ansa

(ANSAmed) Napoli, 23 giu - La "Montagna di Sale" di Mimmo Paladino, la scultura bifrontale di Pietro Consagra, "L'uomo con un carico di lune" di Enzo Cucchi, l'installazione in marmo e ossidiana dell'artista inglese Peter Briggs. Sono alcune delle opere che la Fondazione Orestiadi di Gibelina propone per la prima mostra siciliana dalla riapertura dopo il covid19 in un percorso espositivo interamente open air. Con "Museo a cielo aperto", questo il titolo della mostra, la Fondazione presenta le nuove acquisizioni della collezione di arte contemporanea rendendo omaggio al suo fondatore Ludovico Corrao, inauguramndo la mostra nel giorno dell'anniversario della sua nascita, il 26 giugno, per ricordare il senatore, figura simbolo della ricostruzione del Belice. Dopo il terremoto del 1968, da sindaco, Corrao rese concreta l'utopia della città degli artisti, chiamando a raccolta nella rifondata Gibellina Burri, Consagra, Accardi, Isgrò, Pomodoro, Paladino, Nunzio, Schifano, Quaroni, Venezia, Mendini, Purini, Levi, Damiani, Sciascia, Dolci, Buttitta e ancora Joseph Beuys, Robert Wilson, Philip Glass, Thierry Salmon, Boetti, Scialoja, Turcato, Necrosius, Kusturica, Cage, Pennisi, Kokkos, Giovanna Marini, Zavattini, Zavoli, per citarne solo alcuni; nell'indimenticabile stagione delle Orestiadi, negli anni '80 e '90 laboratorio creativo tra i più interessanti e innovativi d'Europa. Il percorso espositivo si snoda attraverso le opere disseminate negli immensi spazi esterni del Baglio di Stefano. Tra le altre opere in esposizione spiccano la "Chiesa Madre" della coppia Ben Jacober e Yannick Vu e le morbide parabole in bronzo di "Siderale" di Michele Cossyro, istallate nel cortine del granaio e ancora le formelle in ceramica smaltata di Croce Taravella che con cromatismi accesi e un altorilievo materico fa dialogare i mercati di Palermo e quelli di Tunisi. L'itinerario prevede anche degli affacci verso alcuni interni, sulla casa baronale, oggi sede del Museo delle Trame Mediterranee, e sugli atelier con le opere di Milena Altini, Francesco Impellizzeri, Emilio Angelini. In uno degli aterlier è possibile vedere anche il "Tappeto Mediterraneo" di Jonida Xherri, artista albanese che ha cucito insieme storie, fili e perle in un progetto collettivo realizzato insieme ai migranti dei centri di prima accoglienza dei comuni limitrofi a Gibellina. Tra le ultime acquisizioni c'è poi l'installazione di Mustafa Sabbagh, "MKUltra: we are infinite and eternal", realizzata dall'artista italo-giordano per l'edizione 2019 del festival internazionale di fotografia Gibellina Photoroad. Con "Museo a cielo aperto", la Fondazione Orestiadi offre un'esperienza museale en plein air che racconta la storia di un inestimabile patrimonio materiale ma anche immateriale, fatto di performance spettacoli ed eventi. (ANSA).

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