(ANSAmed) - GIBELLINA (TRAPANI), 3 FEB - Un abbraccio tra due
sponde del Mediterraneo nel segno dell'arte, ponte culturale che
unisce due Paesi dalla storia millenaria. E' questo Trame
Mediterannee. La collezione Ludovico Corrao e Dar Bach Hamba di
Tunisi, la mostra promossa dalla Fondazione Orestiadi di
Gibellina con l'Istituto Italiano di Cultura di Tunisi e in
collaborazione con l'Ambasciata d'Italia in Tunisia, e la
Municipalità di Tunisi, che da giovedì 6 febbraio fino al 6
marzo ospiterà negli spazi dell'ex Presbiterio di Santa Croce
nella Medina di Tunisi, una selezione di opere della collezione
di Ludovico Corrao e del Dar Bach Hamba di Tunisi. Opere che
divengono messaggere degli antichi e profondi legami tra i
popoli del Mediterraneo, segnando il ritorno in Tunisia della
Fondazione Orestiadi, diversi anni dopo l'interruzione
dell'attività̀ decennale iniziata dal suo creatore, Ludovico
Corrao.
Curata da Enzo Fiammetta, con testi di Francesca Corrao,
docente di Lingua e Cultura Araba all'Università degli Studi
LUISS Guido Carli di Roma e Presidente Comitato Scientifico
della Fondazione Orestiadi, Achille Bonito Oliva, Lorenzo
Fanara, Maria Vittoria Longhi, Calogero Pumilia, Daria Settineri
e Roberta Civiletto, Trame mediterranee già nel titolo dichiara
un orizzonte d'azione: mostrare come le storie dei popoli di
questa parte del mondo siano collegati, mescolati e incrociati,
evidenziando attraverso le comparazioni ed il raffronto di
forme, tecniche, decorazioni e caratteri, gli elementi artistici
comuni che li affratellano più delle differenze.
Dal teatro dei pupi, allestito con le marionette originali
provenienti dall'immigrazione di massa dei siciliani del XIX
secolo, alle poesie degli autori siculo- arabi, da Giufà, il
celebre geniale personaggio tramandato dalla tradizione popolare
araba a quella siciliana e ancora vivo in entrambe le culture,
alle opere più raffinate dell'artigianato tunisino: le ceramiche
di Nabeul, i tessuti preziosi, le terrecotte modellate a mano,
i manufatti lignei dell'Atelier Driba, preziose testimonianze di
un mondo in continua trasformazione, minacciato dall'incalzante
pressione della produzione industriale, così come è già
successo in Sicilia. Trame mediterranee propone la rilettura e
rivitalizzazione di un patrimonio identitario comune, una base
culturale e artistica dalla quale è possibile ripartire per
riprendere un dialogo per facilitare quella comprensione tra i
popoli oggi più che mai necessaria, vero antidoto a ogni
fondamentalismo. "Già da gli anni Settanta - spiega Francesca
Corrao - mio padre, pur non aveva ancora pensato di creare la
Fondazione Orestiadi, aveva deciso di sviluppare i rapporti tra
le due sponde del Mediterraneo perché́ convinto che le genti del
mare formassero un unico popolo. Una visione mutuata dall'idea
di cittadinanza mediterranea lanciata da Giorgio La Pira".
(ANSAmed).
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Mostre: Trame Mediterranee, un ponte tra Sicilia e Tunisia
Dal 6 fabbraio a Tunisi la collezione di Corrao e Dar Bach Hamba