Rubriche

Rabat rimpiazza Marrakech capitale africana della cultura

Decisione improvvisa, artista Binebine: 'Deluso, ma vado avanti'

Redazione Ansa

(ANSAmed) - RABAT, 21 GEN - Prima ancora di essere incoronata, Marrakech perde la corona di regina della cultura.

Con una decisione improvvisa, il coordinamento Cités et Gouvernements Locaux Unis d'Afrique (CGLU), che organizza gli eventi per le capitali africane della cultura, ha sostituito Marrakech con Rabat. Il progetto, fortemente voluto dal re Mohammed VI, che punta a fare della città marocchina una nuova 'ville lumiere' sembra aver dirottato gli sforzi sulla città che al momento conta il minor numero di visitatori del Marocco. Così a meno di una settimana dall'evento previsto per aprire ufficialmente l'anno culturale, tutto salta: appuntamenti annullati, calendario da rifare. "Altro che cultura, così gli africani si danno la zappa sui piedi", commenta a caldo Mahi Binebine, designato presidente onorario della prima capitale culturale africana. È stato lo scrittore e scultore ad annunciare via Facebook il cambio di programma. "Nessuno mi ha dato spiegazioni - aggiunge deluso - mi è stata comunicata la notizia secca e basta. Mi dispiace per questa decisione, cercherò comunque di realizzare le iniziative che avevo messo personalmente in cantiere".

Per gli organizzatori nulla cambia: ogni tre anni il testimone passerà ad altra capitale, la prossima, dopo Rabat sarà Kigali nel 2023. "In Africa non siamo più abituati a sognare in casa nostra; piuttosto rivolgiamo i nostri sogni altrove. È ora di smetterla", dice amareggiato Mahi Binebine, che sotto la sua presidenza sognava di riportare il cardine della cultura a Marrakech, nel cuore del continente. "Ho scoperto i miei vicini africani a Parigi - racconta Binebine, Legion d'onore in Francia e atelier a Targa, quartiere borghese di Marrakech - ho visto per la prima volta le opere di Ousmane Sow sul Pont des Art, e quelle di Malick Sidibé alla Fondation Cartier; Youssou N'Dour l'ho scoperto al Bataclan: dobbiamo riappropriarci della nostra cultura".

Lo spirito di questa avventura in Marocco resta quello di rendere l'arte alla portata di tutti e quindi farla diventare motore anche dell'economia locale. Binebine aveva indicato come modello la Biennale d'arte africana di Dakar alla sua 14ma edizione. Ora tocca a Rabat ripensare il progetto. (ANSAmed).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it