(di Luciano Fioramonti).
(ANSAmed) - ROMA, 16 DIC - Un Gauguin dalla luce
straordinaria brilla nel centro di Roma. Il pittore francese
aveva 34 anni quando nel 1882 trasferì sulla tela la sua
visione del paesaggio nei dintorni di Pontoise, nella val d'
Oise, a nord di Parigi. "Il sentiero di Gratte Coqs", splendido
olio su tela di 54x46 centimetri firmato dall'autore in basso a
sinistra, è in mostra in questi giorni nella Galleria Russo, a
due passi da piazza di Spagna, nel cuore di Roma. Il dipinto
torna ad essere ammirato dal pubblico trenta anni dopo l'ultima
esposizione, nel 1986 in Francia al Musée Départemental Du
Prieuré di Saint-Germain. E' un' opera preziosa, valore stimato
due milioni di euro, che resterà visibile per un breve arco di
tempo durante le festività di fine anno.
Paul Gauguin realizzò quel dipinto nell' ultimo dei suoi tre
soggiorni a Pontoise, ospite di Camille Pissarro, che vi si era
stabilito da anni, al quale era legato da grande amicizia e
stima. Pissarro abitava a poca distanza dal sentiero di Gratte
Coqs e lo aveva scelto a sua volta per rappresentalo in diverse
occasioni. Gauguin era andato una prima volta a Pontoise nel
1878 in compagnia, fra gli altri, di Paul Cezanne, e vi era
tornato l' anno successivo, quando le sue opere furono esposte
alla mostra parigina degli impressionisti. "Il soggiorno del
1882 - spiegano i curatori della mostra - coincide con la
definitiva scelta di Gauguin di abbandonare il lavoro in banca e
di dedicarsi esclusivamente all'arte e prelude ad una serie di
trasferimenti, la Normandia, la Bretagna, la Provenza, che
determineranno in maniera totale l'evoluzione del suo stile''.
Seppur ancora fortemente ispirata da suggestioni impressioniste,
nel dipinto Gauguin prelude "a quella visione intellettuale
della natura non riprodotta fotograficamente, ma interpretata e
ricreata con accenti che, nelle opere più mature, diventeranno
esplicitamente simbolisti". Il sentiero di Gratte Coqs è
considerato, quindi, cruciale nella vita di Gauguin, l' opera
della svolta "che nella sua struttura e nella sua idea
compositiva - è stato osservato - costituisce quasi uno
spartiacque e contiene i germi dell'attività di Gauguin degli
anni successivi. La sua pittura si allontana dalla semplice
dimensione ottica e naturalistica rappresentando la profondità
del sentiero in uno spazio che sembra espandersi e comprimersi
allo stesso tempo con una stesura cromatica densa di materia nel
pieno stile impressionista".
"Questo capolavoro - dice Fabrizio Russo - è arrivato nella
nostra galleria grazie al rapporto che alimentiamo da anni con
un membro della famiglia reale saudita, ormai non più un cliente
ma un amico, che dopo una visita ad alcune sue opere molto
importanti a Ginevra ci ha dato l' incarico di seguirne la
vendita". La risposta non si è fatta attendere. "Quattro musei
internazionali, europei e americani, hanno mostrato interesse -
osserva Russo - . E' un vero peccato che i musei italiani non
siano nelle condizioni di poter immaginare una acquisizione di
questo genere. Confido, comunque, di poter solleticare la
curiosità di alcuni importantissimi collezionisti italiani che
stanno costruendo collezioni memorabili". (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Mostre: a Roma il primo Gauguin impressionista
Nella Galleria Russo il dipinto del 1882 da due milioni euro