(di Alessandra Magliaro)
(ANSAmed) - KOBHAR (Arabia Saudita), 21 OTT - C'è un luogo
simbolo dell'Arabia Saudita che cambia. Le donne hanno ora la
possibilità di prendere la patente, viaggiare da sole non
dovendo più chiedere al 'guardian' (padre, marito o tutore) il
documento e dunque l'autorizzazione per poter ad esempio
alloggiare in un hotel, scegliere se coprirsi completamente il
corpo con la tradizionale abaya nera chiusa lasciando solo gli
occhi scoperti o indossare abiti aperti davanti, giacche lunghe
pur nell'ambito di un stile 'pudico', 'modesto'. Elementi questi
di un cambiamento visibile agli occhi occidentali, ma c'è un
ambito culturale altrettanto significativo.
Nella zona orientale del Paese, affacciata sul Golfo Persico,
lontano oltre 400 km dalla capitale Riad e 1375 km da Gedda, c'è
quella che ha tutta l'aria di essere una 'cattedrale nel
deserto': Ithra, un edificio avveniristico, enorme, ambizioso
sin nella costruzione enorme. E' una sorta di 'culla' del
cambiamento: è il primo e unico centro multiculturale
dell'Arabia Saudita, dentro ha un cinema da 300 posti, un enorme
teatro, un'area per spettacoli di 1600 metri quadrati, una
biblioteca tutta a vetri, interattiva, con 250mila titoli in
arabo e inglese disposta su tre piani, un museo per bambini, un
museo di arte antica e contemporanea, ristoranti e un Idea Lab
che lavora sull'innovazione. Bisogna ricordare che, per 35 anni,
per motivi fondamentalmente religiosi, in Arabia Saudita i
cinema sono stati chiusi e che solo da un anno hanno cominciato
a riaprire, ancora pochissimi, sebbene i piani di sviluppo
prevedano 40 cinema in tutto il regno nei prossimi 5 anni.
Ithra, costruito in 10 anni e inserito dal Time tra i 100
posti da visitare nel mondo, aperto un anno fa, è diventato un
hub, un laboratorio che in poco tempo ha attirato due milioni di
persone. Ed è stato fondato ed è diretto da una donna, Fatmah
Al-Rashed. "Ithra - ha detto in un'intervista all'ANSA - è un
luogo iconico di quanto sta accadendo nel mio paese ed in poco
tempo è diventato un centro incredibile di sviluppo. E' il
riflesso perfetto di quello che accade. Aver avuto l'ambizione
di pensarlo, la possibilità di realizzarlo e vedere affollato di
persone è un sogno avverato". Il pomeriggio si vedono famiglie
intere in visita, scolaresche, turisti sauditi e qualche
straniero ma soprattutto si vede il cambiamento sociale:
studentesse con i capelli colorati di blu come in una città
occidentale, ragazze con il capo scoperto e in jeans e
spolverino, altre velate da capo a piedi.
Il palinsesto di Ithra è votato alla multiculturalità: sono
moltissimi gli spettacoli stranieri in programma, di teatro
piuttosto che di musica classica o di lirica (è stato applaudito
un Rigoletto dell'Orchestra della Scala il 27 settembre scorso)
accanto a quelli sauditi. Robert Frith, che dirige l'Idea Lab, è
un giovane londinese e da quattro anni lavora qui, la sua figlia
più piccola è nata a Dammam ed è molto coinvolto nel programma
innovativo e nello staff multiculturale del centro. In questo
periodo c'è il Tanween, il festival della creatività dove
talenti di tutto il mondo e di ogni settore, dall'ex nazionale
francese ora allenatore del Monaco Thiery Henry al direttore del
Mit Media Lab Nicolas Negroponte. "Conoscenza, creatività,
multiculturalità sono i motori di qualsiasi nazione che voglia
svilupparsi", aggiunge Fatmah Al-Rashed, studi di architettura e
arte completamente in Arabia, un padre aperto e visionario 50
anni fa. "Ad Ithra pensiamo che questo impatto così forte sia
uno stimolo, persino una provocazione, oltre che una fonte di
ispirazione. Questa è una nazione giovane, il 65% della
popolazione ha intorno ai 20 anni e questo luogo è una fonte".
Finanziato dalla compagnia petrolifera Saudi Aramco,
l'avveniristico Ithra tra la sabbia del deserto, costruito dallo
studio norvegese Snohetta, è intitolato al re Abdulaziz. Suo
figlio, il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, 32
anni, è l'artefice principale del cambiamento. "Non è una
rivoluzione, tutto questo è cominciato da qualche anno, ma solo
ora le leggi sono state varate conclude Fatmah Al-Rashed - e
sono fiduciosa che anche le famiglie più conservative del Regno
siano spinte al cambiamento". (ANSAmed).
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Ad Ithra, il luogo simbolo dell'Arabia che cambia
Diretto da una donna, il primo centro con cinema, teatro, musei