(ANSAmed) - TUNISI, 26 SET - Una squadra di ricercatori
italiani ricostruirà per la prima volta in Tunisia, a partire
dai pollini, l'esatta composizione botanica di un antico
giardino inserito in una villa patrizia di duemila anni fa, la
Nymfarum Domus, lussuosa domus (abitazione signorile) del 400 d.
C. circa, al centro di Neapolis (nel golfo di Hammamet, nel
territorio di Nabeul).
Un lavoro scientifico di grande importanza, in un sito in cui
da una decina d'anni sono in corso scavi archeologici con
ricercatori dell'Università di Sassari e del Consorzio Uno di
Oristano e dell'Institut National du Patrimoine (Inp). Lo spiega
all'ANSA Raimondo Zucca, archeologo, docente dell'Università di
Sassari e responsabile della Scuola di specializzazione in beni
archeologici di Oristano. "Nel mese di settembre la missione ha
voluto indagare il viridarium (ossia il giardino centrale,
fiancheggiato da un peristilio (un porticato scandito da colonne
e aperto sul giardino) della Nymparum Domus, al centro della
città di Neapolis. La colonia di Neapolis era stata fondata dai
romani nel 45 avanti Cristo su un precedente insediamento libico
e cartaginese. Un agglomerato urbano di una sessantina di
ettari, di cui una ventina ora sommersi e che da trent'anni è
oggetto di studio da parte degli archeologi dell'Università di
Sassari, guidati dall'ex rettore Attilio Mastino, ai quali va il
merito della scoperta. L'obiettivo dello scavo è stato duplice:
quello dell'Archeologia dei giardini e l'altro dell'indagine
stratigrafica da condurre sino al suolo vergine, per riconoscere
la successione stratigrafica della città di Neapolis.
L'archeologia dei giardini è quella branca dell'archeologia
che utilizzando una serie di fonti iconografiche, epigrafiche,
letterarie, ma soprattutto paleobotaniche, ricostruisce
filologicamente il paesaggio, i colori e i profumi dei giardini
del passato. Nei viridaria (giardini) delle domus delle
provinciae africane questo della XV missione archeologica
tunisino-italiana è il primo caso di applicazione dei metodi
dell'archeologia dei giardini in terra d'Africa. Con l'ausilio
della collega dell'Università di Sassari, Prof.ssa Alessandra
Deiana, docente di Archeobotanica, si è proceduto, in sezione di
due strati, a prelevare, con provette sterili, tre campioni di
sedimento, che saranno immediatamente avviati a un laboratorio
universitario per l'individuazione delle specie botaniche
attraverso l'individuazione dei pollini presenti e di altri
elementi archeobotanici (semi, reperti carpomorfi, ovvero
frutti). La missione si è impegnata, sulla base dei dati
statistici sui pollini del viridarium della Nymfarum Domus, a
procedere all'impianto di un giardino quale doveva apparire
nelle fasi di vita della Nymfarum domus, sicché il turismo
culturale del parco archeologico di Neapolis potrà contare su un
giardino dai dolci profumi così come sedici secoli addietro. E
questo giardino della "Abitazione delle Ninfe" sarà presente nel
progetto di ricostruzione virtuale della città di Neapolis,
finanziato dai Rotary Club di Oristano e Sassari, da una
sovvenzione Distrettuale del Distretto Rotary 2080
(Roma-Lazio-Sardegna) e dalla Scuola Archeologica Italiana di
Cartagine (Saic), presieduta dal Prof. Attilio Mastino, pioniere
dell'archeologia italiana in Tunisia, entro la primavera 2020 e
sarà donato all'Institut National du Patrimoine perché sia
presentato nel Museo di Nabeul e nello stesso Parco Archeologico
di Neapolis. (ANSAmed)
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Archeologia:Tunisia,da pollini i segreti piante villa romana
Progetto prevede ricostruzione virtuale città Neapolis