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Gipi e i migranti, spargiamo il germe della sensibilità

Al Comicon le migrazioni raccontate anche da artisti africani

Redazione Ansa

NAPOLI - "Stamattina alla mostra sui migranti c'erano tanti ragazzini che guardavano con attenzione le tavole, spero che i racconti arrivino al loro cuore mentre sono bombardati da messaggi che ti spingono nel senso opposto, alla crudeltà o, quando va bene, all'insensibilità. Spero escano da qui con dei germi di sensibilità". Così il fumettista e regista Gian Alfonso Pacinotti, nome d'arte Gipi, racconta il successo della mostra "Migrando, gridando, sognando", allestita al Comicon alla Mostra d'Oltremare di Napoli, da lui voluta per raccontare le storie della migrazione attraverso opere sue, di autori nordafricani e mediorientali come Barrack Rima, Othman Selmi, Nadia Dhab, Maya Mihindou, Ahmed Ben Nessib, Salim Zerrouki e di autori italiani come Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, Francesca Mannocchi e Gianluca Costantini.

"E' stata una scelta inevitabile, visti i tempi che viviamo - spiega - volevo sentire il racconto dell'altra sponda, perché siamo sempre noi che raccontiamo queste persone come fossero figure di carta, invece volevo sentire il punto di vista che inevitabilmente o forse anche per motivi familiari è più vicina alla questione, anche per imparare io stesso qualcosa. A queste persone ho affiancato altri che hanno trattato il tema come Marco Rizzo che ci ha lavorato recentemente dopo aver viaggiato sull'Acquarius".

"Ho cominciato a lavorare sui migranti nel 2011 - racconta il fumettista tunisino Othman Selmi che lavora per la rivista Lab 619 - quando arrivarono in Tunisia migliaia di persone dalla Libia, dall'Egitto e dall'Africa subsahariana. E' stata una cosa nuova per noi, studiavano e lavoravano da noi, ma contemporaneamente ci siamo accorti che esisteva il razzismo in Tunisia. E' strano che ci sia razzismo nei confronti di altri africani, e l'ho raccontato, parlando con gli immigrati. Una ragazza mi disse 'belli i vostri palazzi bianchi ma i vostri cuori sono neri'. Altri mi hanno raccontato storie con ironia ma io ho intitolato la mia storia a fumetti 'Il colore del dolore', perché è assurdo che la sfumatura del colore della tua pelle cambi il tuo mondo".

Tra i lavori esposti anche quelli di Barrack Rima Saman, artista libanese del collettivo lab 619 premiata quest'anno ad Angouleme: "Ho scelto un lavoro di ricerca durante una residenza artistica a Tunisi - spiega- Lì ho incontrato attivisti locali per i diritti umani e i migranti che mi hanno raccontato del loro viaggio, raccontando alla fine le storie di otto persone provenienti da Paesi come Somalia e Nigeria, unendo materiale documentale e una poetica espressa attraverso il fumetto".

La conversazione sulla mostra ha chiuso la XXI edizione di Comicon, 160 mila visitatori in quattro giorni, dando l'appuntamento all'edizione 2020, che si terrà dal 30 aprile al 3 maggio.

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