(ANSAmed) - IL CAIRO, 19 NOV - Antichissimi cani da guardia
degli dei, la mega-nave di Archimede, condottieri arabi e
l'imperatore Federico: è stata una variegatissima passeggiata
nella storia la conferenza 'Rapporti tra l'Egitto e la Sicilia
antica' tenuta al Cairo da Eugenio Benedetti Gaglio, il
presidente della Fondazione italiana di beneficenza (Sib).
La carrellata, compiuta all'Istituto italiano di cultura, ha
preso le mosse dal 401 a.C. quando Dionigi il Vecchio, re di
Siracusa, trasferì sull'Etna la popolazione di Mendolito, città
degli antichi Siculi, fondando un tempio dedicato alle divinità
Adr e Anu: così nacque Adranu, in onore di Anubi, il dio
dell'oltretomba egizio, custodito da migliaia di cani della
stessa razza del "Pharaon Hound" sopravvissuta intatta fino a
oggi nel "Cirneco" etneo.
Le relazioni tra la Sicilia e l'Egitto fiorirono tanto da
influenzare mode e costumi siculi, oltreché prosperi commerci
tra i Regni tolemaici e quelli siracusani, culminati nel
matrimonio nel 306 a.C. del re di Siracusa Agatocle con la
principessa Teossena, figlia di Tolomeo I, che giunse in Sicilia
con un corteo di elefanti ed un tempio di Iside, attestato anche
da Cicerone nel 70 a.C. , ha rievocato Benedetti Gaglio fresco,
vincitore del premio Talamone.
L'apice di queste relazioni fu toccato con Archimede che nel
240 a.C. progettò e fece costruire nei cantieri navali siciliani
uno strabiliante vascello a remi ed a vele, della lunghezza di
110 metri, con una capacità di 1.100 tonnellate ed un equipaggio
di 500 uomini: fu la più grande nave del mondo antico, inviata
da Gerone II in dono al Faraone Tolomeo III e chiamata
Syrakosia.
Era una vera città galleggiante di sette piani raffigurante
la città di Siracusa, con giardini pensili in terra ed alberi,
templi, bagni di marmo e palestre coi pavimenti a mosaico, un
eliotropio con l'intera volta del firmamento celeste, serbatoi
d'acqua da 20 mila litri, otto catapulte e baliste per gli
arcieri. Secondo le cronache, Tolomeo ad Alessandria la fece
tirare a secco e trasformare in palazzo di sua residenza.
Nella sua cavalcata attraverso i secoli, Benedetti ha
rievocato il condottiero arabo-siciliano Jawhar al-Siqilli
(Giafar il Siciliano), nato ad Ibla (Ragusa) nel 911, che
conquistò l'intero Nord Africa così creando l'impero fatimide e
fondò la città del Cairo nel 922, erigendo anche la gran moschea
di Al Ahzar.
E' stato anche un conquistatore musulmano, Giafar
Ibn-Muhammad, a ribattezzare Catania nell'878 col nome arabo di
Medina-t-el-fil (la città dell'elefante) facendovi installare il
pachiderma scolpito in pietra lavica, con l'obelisco della dea
Iside sulla schiena, a memoria dello sbarco di Teossena
(l'odierno Diotru in Piazza Duomo), ha ricordato
l'ex-imprenditore.
E fu ancora Federico II, re di Sicilia, oltreché imperatore
di Germania, a negoziare la liberazione di Gerusalemme col
Sultano di Egitto Malek El Kamil nel 1229. Benedetti, fra
l'altro, ha rievocato anche "Mezzomondo", la nave siciliana che,
durante il 13/o secolo, tesseva la spola dei commerci tra
Palermo ed Alessandria, trasportando ogni sorta di mercanzie nel
quadro di un trattato commerciale che legò la Sicilia
all'Egitto. (ANSAmed).
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L'Egitto e i suoi tanti rapporti con la Sicilia antica
Conferenza al Cairo, tra cani di Anubi e mega-nave di Archimede