(ANSAmed) - ROMA, 26 OTT - Polveri di gemme fuse con il
colore alla ricerca delle radici del popolo ebraico. Dodici
grandi dischi di pvc trasparente sospesi nello sfarzoso Salone
delle Vedute del museo Boncompagni Ludovisi, nel centro di Roma
a due passi da Via Veneto, sono lo strumento scelto dall'artista
israeliana Beverly Barkat per raccontare il suo viaggio
concettuale. 'After the tribes', installazione alta quattro
metri realizzata appositamente quest'anno per la sede espositiva
della capitale dove sarà in mostra fino al 31 dicembre,
campeggia tra stucchi e affreschi ed evoca le 12 antiche tribù
di Israele. Ognuna di esse si distingueva per una specifica
trama cromatica, riproposta sugli stendardi e sulle pietre
preziose che decoravano i pettorali dei sacerdoti.
Beverly Barkat, classe 1966, sudafricana di Johannesburg
trasferitasi con la famiglia in Israele quando aveva dodici
anni, ha ripreso quegli stessi stessi colori dopo un percorso di
ricerca, catalogazione e riutilizzo di materiali.
"Sono andata fisicamente in quei luoghi - dice -. Ho studiato
la terra e prelevato parte di questa. Ho cercato quindi di
portare letteralmente la storia delle dodici tribù nel mio
lavoro, nel mio spazio artistico. E' stato un lavoro che mi ha
coinvolto completamente non solo come artista ma anche come
ebrea". Conchiglie, pietre stratificate o semi-preziose -
topazio, smeraldo, rubino, acquamarina, agata, onice e altre -
sabbia, roccia e argilla provenienti dalle caverne, dal deserto,
dal mare e dalle montagne di Israele tritate e polverizzate
diventano le tinte essenziali dell'installazione. I dodici
dischi dal diametro di un metro si offrono allo sguardo del
visitatore su entrambi i lati. Su quello ruvido ha lavorato
direttamente l'artista, l'altro si scorge dalla trasparenza del
supporto in pvc sotto una pellicola liscia e lucida. "Il lavoro
si concentra sul colore e sulla materia per approdare ad un
complesso universo di simboli e citazioni - spiega la curatrice
Giorgia Calò - e lo fa mediante il suo inconfondibile gesto
pittorico che trae ispirazione tanto dalla tradizione classica,
quanto dai movimenti dell'arte moderna come l'Espressionismo
Astratto. Il suo lavoro potremmo definirlo alchemico, nel
momento in cui trasmuta le sostanze assumendo connotati mistici
e spirituali, oltre che fisici".
A poco più di un anno dalla mostra personale "Evocative
Surfaces" al Museo di Palazzo Grimani durante la scorsa Biennale
d'Arte di Venezia, l'artista stringe il legame con l'Italia ed
espone a Roma su invito del Polo Museale del Lazio e
dell'Ufficio culturale dell'Ambasciata di Israele in Italia.
"Sapevo che avrei realizzato un lavoro dedicato al settantesimo
anniversario della nascita dello Stato di Israele - spiega
Beverly Barkat, che è moglie del sindaco di Gerusalemme Nir
Barkat, alla guida della città da una decina d'anni - e che
questo avrebbe dovuto interagire non solo con la storia ma anche
con l'architettura del museo e della città pronti ad
accoglierlo. Con questa installazione ho cercato di
rappresentare l'andamento dinamico di un popolo in perenne
movimento, continuamente spinto verso il futuro, ma con uno
sguardo costante al suo passato". (ANSAmed).
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Mostre: Beverly Barkat, le tribù e le radici di Israele
Al museo Boncompagni Ludovisi installazione site specific