(ANSAmed) - TUNISI, 24 OTT - Il "Grande Progetto Pompei" come
modello di azione sul recupero, restauro e ottimizzazione della
fruizione del bene culturale, e come modello di collaborazione
tra MIBACT ed ente regionale per il rilancio e la costruzione di
una nuova reputazione del sito, con azioni di valorizzazione e
iniziative integrate, arriva in Tunisia, con l'attivazione da
parte dell'Institut Supérieur des Sciences Humaines - El Manar
di Tunisi di uno corso intitolato "Archeologia di Pompei",
destinato a docenti e studenti, della durata di sei mesi, da
novembre 2018 fino a marzo 2019.
A tenerlo sarà il prof. Umberto Pappalardo, già Ispettore
degli Scavi di Pompei e Direttore degli Scavi di Ercolano,
attualmente Docente di "Archeologia Pompeiana" e Direttore del
"Centro Internazionale Studi Pompeiani", che lo presenterà
ufficialmente in una conferenza pubblica, a El Manar,
patrocinata tra gli altri dal locale Istituto Italiano di
Cultura, il prossimo 29 ottobre. Pappalardo, prescelto dai
tunisini proprio per la sua duplice competenza accademica e
amministrativa, spiega ad ANSAmed che gli obiettivi del suo
corso sono sia quello di illustrare Pompei nei suoi aspetti
storici e scientifici, che quello di mettere in luce il nuovo
modello di gestione e valorizzazione da imitare. "Pompei e la
Campania sono al centro di un processo positivo che, grazie al
lavoro della Direzione del Parco Archeologico, (con il prof.
Massimo Osanna in testa) e di tutto lo staff del Grande Progetto
e delle azioni di valorizzazione parallele messe in atto dalla
Regione, oggi ha totalmente ribaltato l'idea che se ne aveva in
passato, quale luogo di carenze e disfunzioni" ha precisato
Pappalardo. La Tunisia, secondo le cifre fornite dall'Istituto
nazionale del Patrimonio tunisino (Inp), conta attualmente ben
1200 siti archeologici e 40 musei, e per questo è interessata a
valorizzare nel miglior modo possibile la ricchezza del suo
patrimonio, per consolidare l'identità nazionale e contribuire
allo sviluppo economico del Paese. Del resto i legami tra
Tunisia e Italia in campo archeologico e di valorizzazione del
patrimonio sono risalenti nel tempo.
Già nel 2002 l'Institut Supérieur des Métiers du Patrimoine
de Tunis firmò una Convenzione con l'Universita' Suor Orsola
Benincasa di Napoli, (ove Pappalardo era docente di Archeologia
Pompeiana) per una formazione inerente al Patrimoine Appliqué
aux Métiers de l'Artisanat, al Tourisme du Patrimoine e alla
Promotion Touristique du Patrimoine. Anche in quell'occasione
Pompei, fra i siti archeologici quello più completo al mondo
(mosaici, dipinti, ceramiche, vetri, bronzi), si poneva a
modello non solo per la formazione dei restauratori dei siti
archeologici ma anche per quell'artigianato artistico che
riproduce capolavori antichi anche a fini turistici (souvenir di
qualità). (ANSAmed)
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Archeologia: 'Modello Pompei', a Tunisi apre corso dedicato
Lezioni per mettere in risalto nuovo modello gestione