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Mostre: Picasso scultore, rivoluzione che si fa materia

Alla Galleria Borghese 56 capolavori scolpiti tra 1905 e 1964

Redazione Ansa

(di Marzia Apice) (ANSAmed) - ROMA, 23 OTT - I visi e i corpi femminili, gli animali, le figure astratte e poi i frammenti e gli oggetti, in una continua decostruzione che impedisce ogni classificazione e che traduce un pensiero rivoluzionario in materia: è un Picasso poco conosciuto quello che si incontra a Roma nelle sontuose sale della Galleria Borghese, dove dal 24 ottobre al 3 febbraio sono ospitati 56 capolavori scultorei realizzati dal genio spagnolo tra il 1905 al 1964. Dal titolo "Picasso. La scultura", la mostra è la prima in Italia dedicata a questo particolare aspetto della produzione dell'artista, nonostante questa disciplina abbia di fatto accompagnato tutta la sua carriera. Picasso infatti ha sempre scolpito, manipolando la materia per vedere concretizzate le proprie intuizioni, per sperimentare, per superare le strade già battute e inaugurarne di nuove, seguendo i tumulti del '900 e quelli della propria esistenza. Lungo il percorso appare fin da subito l'evidenza dello spirito innovatore di Picasso, artista che utilizzava la scultura per dare corpo alle sue idee: mentre realizzava le opere, utilizzando i materiali più diversi (dal legno al bronzo, dalla ceramica al cartone) e ispirandosi spesso alle donne amate, superava il linguaggio tradizionale della scultura, distruggeva e ricreava, aprendosi all'astrazione, ma anche al rapporto con il passato, dall'arte classica a quella africana, appropriandosi di tutto per poi rielaborare. Riflessioni, stravolgimenti ed evoluzioni che sono visibili chiaramente nella Testa femminile (Fernande) del 1909, prima scultura cubista: un'opera che conquista lo spazio, concepita per essere osservata da ogni lato superando la tradizionale visione frontale. Gran parte del fascino della mostra è costituito proprio dalla relazione dialettica tra la rivoluzione novecentesca di Picasso e le opere della Galleria Borghese, che dall'antichità arrivano all'età moderna: esplorando vari temi, dalle storie ai miti, dai corpi alle figure, dagli oggetti ai frammenti, nel percorso emergono significati inediti e nuove suggestioni, sprigionati proprio dall'incontro scontro tra le sculture dell'artista spagnolo (per lo più provenienti dal Musée National Picasso di Parigi e da collezioni provate) e i capolavori del museo romano. Museo che Picasso visitò nel 1917, per studiare proprio la scultura di Bernini. A corredo dell'esposizione anche una rassegna fotografica con scatti inediti e video che raccontano il contesto in cui le sculture vennero realizzate. "Con la scultura di Picasso abbiamo voluto vedere l'effetto che fa il XX secolo nella Galleria Borghese. Abbiamo iniziato la nostra riflessione sulla scultura con Giacometti, ora proseguiamo con Picasso, dalle cui opere emerge una forza vitale esplosiva" dice all'ANSA Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese e curatrice della mostra con Diana Widmaier-Picasso, "l'artista ha creato un rapporto fisico diretto con l'arte antica, divorando tutto e restituendo un'altra cosa. E ha aggiunto l'ironia, rompendo la retorica della scultura classica".(ANSAmed).

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