(ANSAmed) - PRATO, 4 MAG - Ogni volta che compare in pubblico
per il suo lavoro, viene considerata "come una musulmana - dice
- e non come una fumettista". Takoua Ben Mohammed,
italo-tunisina, porta il velo ed è appunto questo il problema:
quel pezzo di stoffa fa dimenticare la sua professione e il suo
talento. Cose che condivide con altre due ospiti del Festival
Mediterraneo Downtown di Prato, invitate come lei sul palco
dell'inaugurazione: Nadia Khiari, fumettista di satira politica
di Willis from Tunis, e la caricaturista turca Ramize Erer.
Anche quest'ultima ha qualcosa del genere da dire: è cresciuta
in Turchia dove si è sempre sentita libera e cittadina di un
paese laico, ma ora, dice, sempre più spesso le viene chiesto
come ci si senta ad essere musulmana.
Tutte e tre, intervistate dalla giornalista Francesca Paci,
sono tra i tanti autori di fumetti che usano questo linguaggio
per parlare di temi politici e sociali spesso scomodi.
Caricature del potere, critiche feroci, inchieste
giornalistiche. I fumetti arrivano a tanti, molto di più dei
giornali tradizionali, e per questo fanno anche più paura. E
quando hanno un punto di vista femminile possono essere
percepiti come ancora più sovversivi. (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Fumetto e satira al femminile a Mediterraneo Downtown
'Ma se porto velo sono vista non come artista ma come musulmana'