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A Gaza l'acqua è un miracolo, un foto-racconto di Berruti

Crisi risorse idriche, se ne parla a Mediterraneo Downtown

Redazione Ansa

(ANSAmed) - PRATO, 30 APR - "Gaza è una terra isolata, piccola e povera di risorse, totalmente dipendente dall'esterno, anche solo per nutrire la sua popolazione. La principale risorsa per la sopravvivenza, l'acqua, non fa eccezione". 'Gaza: eau miracle' del fotografo Massimo Berruti, punta l'obiettivo su uno dei principali problemi con cui devono fare i conti i gazawi, gli abitanti della Striscia di Gaza, un milione di persone in un territorio piccolissimo. Schiacciati da un lungo embargo e vittime di continui attacchi, i cittadini di Gaza accumulano difficoltà su difficoltà per il loro vivere quotidiano. L'argomento è al centro di un Phototalk con lo stesso Berruti in programma il 3 maggio al Festival Mediterraneo Downtown a Prato, alle 18.30, nell'ex chiesa di San Giovanni: prevista la proiezione del progetto fotografico, un'intervista a cura di Azzurra Meringolo di Radio Rai1, e un dibattito con Gianni Toma, responsabile Medio Oriente per COSPE onlus.

Berruti ha fatto un servizio che immortala con le immagini, dietro le quali c'è una forte conoscenza del territorio e del problema, una situazione stratificata e in continuo deterioramento: "In passato, il sottosuolo era la fonte primaria di acqua potabile, ma anni fa la falda acquifera ha iniziato ad assorbire acqua dal mare inquinato, contaminando la poca acqua dolce rimasta intatta - racconta Massimo - . I Comuni non sono in grado di fornire acqua potabile ai loro cittadini, quindi le persone devono comprarla privatamente. L'acqua filtrata può costare fino a 4,5 dollari per metro cubo e pochi possono permetterselo. Dopo l'Operazione Protective Edge dell'estate 2014, la situazione è peggiorata: molte infrastrutture idriche ed elettriche sono state gravemente danneggiate causando una grave emergenza, il percorso per il recupero deve ancora essere trovato". "In questo disastro economico - prosegue -, i servizi igienico-sanitari diventano un vero problema per tutti. In assenza di forti investimenti questo processo non può essere interrotto. I gazawi sono come morti viventi che camminano verso quello che ora sembra essere un inevitabile destino di sofferenza. Qualcosa deve cambiare, con forza e rapidamente, altrimenti tutto andrà perso. La sopravvivenza di tutta la generazione, la più giovane, la più numerosa, fragile ed esposta, è minacciato".

Berruti lavora regolarmente con riviste internazionali come TIME, The New Yorker, NewsWeek e Caffè espresso. Gli interessi fotografici documentari di Massimo sono principalmente incentrati su aspetti sociali e geopolitici. Il lavoro di Berruti ha vinto numerosi premi e riconoscimenti tra i più prestigiosi di il mondo. Le sue immagini fanno parte della Fondazione Carmignac e del Museo MAXXI di Roma. Le sue opere sono state esposte al Nobel Peace Center e in alcuni dei festival internazionali come Rencontres d'Arles e Visa pour L'Image. (ANSAmed).

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