(ANSAmed) - ROMA, 18 DIC - Impronte di un discorso che guarda
alla religione, creato con le dita sulla sabbia del deserto;
impronte di un'umanità dolente ed evanescente, che lascia solo
le cupe tracce dei propri cappotti; e infine, le impronte
fotografiche che narrano la storia di un artista straordinario
ed unico. 'Impronte' di Jannis Kounellis è l'ultima, splendida
mostra voluta dal maestro italo-greco dell'arte povera scomparso
lo scorso febbraio, in corso fino al 7 gennaio nelle sale di
Palazzo Poli, all'Istituto Centrale per la Grafica.
L'ultimo Kounellis parla la lingua della grafica, una forma
spesso trascurata nell'olimpo della arti, ma che nella mostra
'Impronte' si presenta con una grande potenza espressiva.
Articolata in tre sale, la mostra a cura di Antonella Renzitti e
Bruno Corà parte con The Gospel according to Thomas, una serie
di opere inedite per l'Italia, che cita per l'appunto gli
scritti di San Tommaso, con passaggi anche in ebraico e lo
straordinario uso di una sabbia rossa fissata in serigrafia.
"Konellis - spiega Renzitti - non era religioso, ma aveva grande
rispetto ed attenzione per la religione altrui, così come per i
riti religiosi".
Si prosegue poi con Senza Titolo, dove un tema 'classico' di
Kounellis, ovvero i cappotti vuoti, diventa un'eco quasi
spettrale: i 12 cappotti sono qui tracce, ombre contorte create
dal carborundum, la polvere di ferro. "Gli esseri umani qui sono
assenze", sottolinea la curatrice.
Infine, una galleria di immagini ('Opus I') che ritraggono lo
stesso Kounellis (che faceva quasi sempre documentare da amici
artisti la sua attività), in più di un'occasione, e sue opere e
performance a partire dagli anni Sessanta. Anni che lo vedono in
piedi su una barca che attraversa il Golfo di Napoli, fissato
nella foto di Mimmo Iodice. Fino ad un'evocativa fotografia
finale in cui l'artista, con sacco sulle spalle, si avvia verso
un opprimente angolo, a un passo dal baratro. Quasi una
premonizione.
"E' una mostra straordinaria con la quale Kounellis, che ha
scelto di farla qui da noi all'Istituto, onorandoci con questa
scelta, indica la forza espressiva della grafica, dicendoci che
questa forma d'arte ha la stessa dignità delle altre", spiega
Renzitti. (ANSAmed).
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Mostre: Kounellis, le sue Impronte quasi un testamento
Fino al 7 gennaio all'Istituto Centrale per la Grafica