(di Rodolfo Calò)
(ANSA) - IL CAIRO, 15 DIC - La missione archeologica italiana
del CNR ha fatto tornare alla luce nuove imponenti mura di una
roccaforte situata sul Canale dei faraoni, quella di Tell
el-Maskhuta, che ora si profila come una delle più grandi
fortezze del Delta del Nilo e probabilmente la meglio conservata
di epoca precedente a quella romana. La scoperta è stata
segnalata di recente dal Ministero delle Antichità egiziano.
Tell el-Maskhuta si trova a nord-est della capitale egiziana,
lungo il canale di Ismailia, e già alla fine dell'800 vi era
nota l'esistenza di una grande cinta muraria quadrangolare mai
ben documentata.
Ancora all'inizio dei lavori di scavo della
"Multidisciplinary Egyptological Mission" dell'Istituto di Studi
sul Mediterraneo Antico del Consiglio nazionale delle ricerche
(Cnr) - che lavora sul sito da alcuni anni, con la
collaborazione dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni
Culturali rappresentato da Andrea Angelini - era visibile "solo
per un breve tratto", ha ricordato Giuseppina Capriotti
Vittozzi, manager del Centro Archeologico Italiano al Cairo.
Il mese scorso, però, "è stato trovato un enorme muro, largo
22 metri e alto circa 8", ha sottolineato Capriotti Vittozzi:
"esso si congiunge alla fortezza quadrata con due grandi muri
larghi 12 metri", anch'essi appena scoperti, "costituendo una
diversa struttura difensiva di proporzioni gigantesche".
La posizione dell'insediamento è nel "Wadi Tumilat", una
valle che era "antichissima via di comunicazione tra l'Egitto e
il Levante, tra la terra dei faraoni e la Palestina, la Siria,
fino alla Mesopotamia", percorsa da eserciti, commercianti e
anche "profughi", ha ricordato la studiosa, segnalando come
l'area sia stata, dalla più remota antichità, un luogo di
scambio sia commerciale sia culturale.
Sul sito ci sono pure tracce di un insediamento degli Hyksos,
stranieri che dominarono parte dell'Egitto più di 3.500 anni fa;
su questo insediamento è impostata la fortezza successiva.
Lo studio della ceramica, condotto da Maria Cristina
Guidotti, direttore della Sezione Egizia del Museo Archeologico
di Firenze, lascia supporre che la struttura rinvenuta si sia
aggiunta alla precedente in epoca tolemaica (III-I secolo a.C.).
"Il grande complesso, così come è conosciuto ora, misura
circa 200 per 300 metri", ha stimato Capriotti Vittozzi
appoggiandosi anche al parere di Mohamed Abdel-Maksoud,
archeologo egiziano grande esperto di fortezze e componente
della missione del Cnr.
La fortezza faceva parte della città i cui resti sono
nascosti da una duna che, lunga circa un chilometro, fiancheggia
il canale di Ismailia: è l'antica Tjekw, oggi Tell el-Maskhuta.
L'agglomerato funzionava quale "filtro" del Canale dei
Faraoni, quello che nell'antichità svolgeva la funzione che ha
oggi il Canale di Suez connettendo Mediterraneo e Mar Rosso.
Fin dall'inizio le indagini a Tell el-Maskhuta sono state
realizzate tramite tecnologie avanzate, a partire dal
telerilevamento satellitare, condotto in particolare grazie ai
dati Cosmo-SkyMed dell'Agenzia Spaziale Italiana, fino alle
prospezioni geofisiche, eseguite dal team dell'Università del
Molise guidata da Marilena Cozzolino. (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
In Egitto riemerge la fortezza del Canale dei Faraoni
Archeologi italiani Cnr scoprono altre mura a Tell el-Maskhuta