(ANSAmed) - MADRID, 11 DIC - L'antico carcere di Jaen, in
Andalusia, teatro della repressione franchista, riconvertito in
un'icona dell'architettura contemporanea per ospitare il Museo
Iberico, è stato inaugurato oggi dal re Felipe VI e dalla
'governatrice' dell'Andalusia, Susana Diaz.
Dopo quasi 20 anni di lavori, polemiche per i ritardi e un
investimento di 27 milioni di euro rispetto ai 18 inizialmente
previsti, finanziato dalla Giunta dell'Andalusia e dalla Ue, il
Museo offre un itinerario unico attraverso la storia della
cultura dei popoli iberici. Stria che si estese dal VI secolo
a.C. fino alla dominazione romana, dal fiume Guadalquivir, al
sud della penisola iberica, fino al sud della Francia.
Su una superficie di 11.152 metri quadri, il museo ospita
oltre 3.500 pezzi e reperti archeologici recuperati nella
provincia di Jaen, dove si trovano 550 giacimenti iberici, il
più alto numero in Spagna, e dove l'Università si è
specializzata nello studio di questa cultura autoctona della
penisola.
"Il museo iberico è una novità assoluta, perché non ce ne
sono altri dedicati a spiegare questa cultura in un solo luogo",
ha spiegato Arturo Ruiz, ex direttore dell'Istituto
Universitario in Investigazione archeologica iberica, citato da
El Pais.
Ruiz è anche il curatore della prima esposizione con la quale
l'istituzione museale apre le porte: "La dama, il principe,
l'eroe e la dea", che propone un racconto archeologico sul
popolo che ha dato il nome alla penisola iberica, con un focus
sul ruolo di protagonista della donna. (ANSAmed).
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Famigerato carcere franchista di Jaen diventa Museo Iberico
Inaugura re Felipe. Archeologia da VI sec. a.C. a era romana