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Roma, torna Pitigliani Kolno'a, Israele e ebraismo nel cinema

Dal 18 al 23 21 tra commedie,drammi e documentari

Redazione Ansa

ROMA - Commedie, drammi, documentari, panel con professionisti dell'animazione, del giornalismo documentario e della serialità televisiva, ospiti e 20 anteprime italiane. Torna a Roma dal 18 al 23 novembre prossimi il Pitigliani Kolno'a Festival, dedicato a Israele e all'ebraismo nel cinema. Giunta alla sua dodicesima edizione, la rassegna sarà ospitata alla Casa del Cinema e Centro Ebraico Italiano il Pitigliani.

In tutto 21 film, di cui 17 anteprime italiane, tra documentari e lungometraggi, come ha spiegato oggi in conferenza stampa Ariela Piattelli che insieme a Lirit Mash guida la manifestazione. Ad aprire la kermesse sarà il film Holy Air di Shadi Srour - regista arabo israeliano che sarà presente insieme al produttore Ilan Moskovitch - una commedia che mostra un inedito spaccato delle diverse culture che convivono in Israele.

Tra i titoli in cartellone nella stessa sezione (Panorama sul nuovo cinema israeliano), alcune delle opere che hanno riscosso successo sia in Israele che all'estero, e che rappresentano la varietà e il multiculturalismo che compone la società israeliana di oggi.

Ecco alcuni titoli: da The Legend of King Solomon, l'ultima opera del maestro dell'animazione israeliana Hanan Kaminski (anche lui tra gli ospiti del festival) originale versione della storia di Re Salomone, che affronta i temi della convivenza tra culture diverse e del passaggio dalla giovinezza all'età adulta a Harmonia di Ori Sivan, adattamento moderno della storia di Abramo, Sarah e la giovane Hagar; fino a An Israeli Love Story di Dan Wolman, la vera storia d'amore tra Pnina Gary e Eli Ben-Zvi, figlio di Rachel Yanait e Yitzhak Ben-Zvi, il secondo presidente dello Stato d'Israele.

Fra i documentari, invece, On the Map di Dani Menkin, che racconta una delle pagine più importanti della storia e dello sport israeliano, la partita di basket tra Maccabi Tel Aviv e la squadra dell'armata rossa CSKA Mosca nel Campionato Europeo di Pallacanestro del 1977, in piena Guerra Fredda; Iom Romi di Valerio Ciraci e Shalom Italia di Tamal Tan Anati, due documentari che raccontano uno spaccato della vita degli ebrei italiani. E ancora, #uploading_holocaust di Udi Nir e Sagi Bornstein racconta, attraverso le immagini realizzate con gli smartphone dai liceali israeliani in Polonia, il punto di vista della nuova generazione sulla Shoah e un'immagine commovente e inquietante del modo in cui la memoria collettiva si forma nell'era del web.

''Parleremo del boom delle serie tv israeliane nel mondo - prosegue Piattelli - con un programma, Non solo in Treatment, che prevede 3 fiction riadattate all'estero e una che è stata appena acquistata in Italia titolata Your Honor e un panel con il produttore israeliano Ram Landes''.

''Per la prima volta - conclude - dedichiamo uno sguardo attento al mondo del reportage e del giornalismo con Itai Anghel, uno tra i più grandi reporter e giornalisti israeliani, che presenterà il suo Invisible in Mosul dove si è spinto con la sua telecamera sino alle prime linee dei combattenti contro l'ISIS''.

Infine, per ricordare i 50 anni dall'arrivo degli ebrei libici in Italia, il festival chiude al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani con Libia, l'ultimo esodo di Ruggero Gabbai.

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