(ANSAmed) - ROMA, 14 NOV - Un hotel tra le montagne
bosniache, un gruppo di veterani che hanno combattuto da
schieramenti opposti la guerra nei Balcani; uno psicologo
sloveno che cerca di far rivivere loro quei momenti drammatici e
farli approdare a una sorta di reciproca comprensione. Il
Medfilm Festival (fino al18 novembre) porta a Roma Men Don't Cry
del bosniaco Alen Drljevic.
Proiettato ieri sera al Savoy, il primo lungometraggio di
Drljevic mette in luce quanto lasciato dalle guerre nella ex
Jugoslavia, a sedici anni dalla pacificazione di quei territori.
L'idea, come lui stesso ha spiegato, nasce dalla sua stessa
esperienza: dopo avere combattuto sul fronte in quegli anni,
partecipa a un workshop per veterani appartenuti ai diversi
schieramenti, rivivendo emozioni represse, frustrazione, senso
di sfiducia, rabbia e in seguito compassione e comprensione per
l'altro, il nemico di un tempo.
In 'Men don't cry', quasi un documentario, la lancetta delle
emozioni si alza quando riemergono rancori e ostilità. I
partecipanti imparano gradualmente a superare le loro divisioni
e approdano a una sorta di reciproca comprensione e mutuo
rispetto, o almeno tolleranza, nonostante gli spargimenti di
sangue del passato.
Il film apre una finestra sul cinema della regione. Oggi (ore
17.30 al Savoy) sarà la volta di un corto ''Into the Blue''
della regista Antoneta Alamat Kusijanovi (Slovenia / Croazia),
mentre domani (ore 19.30, sempre al Savoy) sarà la volta di
Trahere dei registi sloveni Ju Jeraj e Atila Urbani. (ANSAmed).
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Cinema: Medfilm Fest, Men don't cry esorcizza guerra Balcani
Bosniaco Drljevic,terapia di gruppo bellica per superare rancori