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Cinema:Tunisia apre Medfilm con La Bella e le Bestie (umane)

Ben Hania racconta era post Ben Ali,poco sembra essere cambiato

Redazione Ansa

ROMA - Durante una festa universitaria organizzata in un grande albergo di Tunisi, Mariam, studentessa tunisina, incontra Youssef un ragazzo che non le toglie gli occhi di dosso. Decidono di uscire a fare una passeggiata sulla spiaggia. Sorpresa insieme al giovane, Mariam viene brutalmente violentata da tre poliziotti. Inizia così la lunga notte da incubo di questa ragazza ventunenne, raccontata dalla regista tunisina Kaouther Ben Hania in La Bella e le bestie, film di apertura del Medfilm Festival (fino al 18 novembre), su cui questa sera al cinema Savoy di Roma si alzerà il sipario.

Ferita, umiliata e sconvolta, Mariam cerca aiuto per denunciare i suoi aggressori. Una nottata passata fra clinica, ospedale e commissariati per provare e denunciare quanto le è accaduto: nove piani sequenza che fotografano la dura realtà della Tunisia post Ben Ali, dove poco sembra essere davvero cambiato. Dove i diritti dei cittadini e delle donne in particolare, vengono ancora calpestati. In questo secondo lungometraggio (dopo Le Challat de Tunis del 2014 e una serie di documentari), Ben Hania mette in luce una Tunisia che teme il collasso delle sue istituzioni. Perché, come grida a Mariam uno dei poliziotti che cerca di convincerla a ritirare la denuncia: ''cosa sarebbe il Paese senza polizia? Se non un Paese in mano ai terroristi e alle bande criminali?''. In questo film brutalmente neorealista, coinvolgente, appassionante, pesante, faticoso per lo spettatore, non si tratta dunque di uomini contro donne, ma di una certa parte dello Stato che tenta di autotutelarsi e proteggersi. Eppure, come spiega la stessa regista, il film ha avuto il sostegno del Ministero della Cultura tunisino. Prima del 2011, invece, ''non si sarebbe potuto fare in Tunisia''. Segno, sostiene, ''che le cose in questo Paese stanno cambiando''.

Niente, in effetti, sarà più come prima, avverte Ben Hania. ''Il film - prosegue - manda un messaggio a tutti quelli che sono ancora sotto il regime di Ben Ali che l'ordine sociale non può più essere lo stesso''. Tratto da una storia vera, La Bella e le Bestie apre il primo week end di proiezioni della rassegna dedicata al cinema del Mediterraneo che nella sua serata inaugurale vedrà anche assegnati i Premi alla Carriera e Koiné, rispettivamente al regista algerino Merzak Allouache e a Emma Bonino. Sempre in Concorso ufficiale, oltre al film di apertura, ci saranno Wajib della palestinese Annemarie Jacir (Savoy, domani sera alle 20.00) che narra la vicenda della comunità cristiana di Nazareth (candidato agli Oscar per la Palestina nel 2018) e Martyr, film libanese dedicato alla gioventù di Beirut (sabato ore 22.00) e Until the Birds Return di Karim Moussaoui, film algerino ambientato al tempo della guerra di liberazione d'Algeria. All'Algeria e alla Tunisia, ospiti d'onore di quest'anno, la rassegna dedica due finestre speciali in questo lungo fine settimana di appuntamenti. Si comincia con i corti alle 15.30 di sabato e tre lungometraggi: Investigating Paradise di Allouache (sabato alle 19.30 al Savoy) e per il Nuovo cinema tunisino, Foreign Body di Raja Amari (sabato ore 18h00) e Tunis By Night di Elyis Baccar (domenica ore 18.00). Fra i documentari del fine settimana da segnalare, Taste of Cement di Ziad Kalthoum (domenica ore 21.30), che in un'unica pellicola presenta la condizione dei rifugiati siriani, operai, a Beirut. (ANSAmed).

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