(ANSAmed) - ORISTANO, 28 LUG - Una città romana sommersa con
il suo reticolo di cardi e decumani che si estende per una
ventina di ettari sotto il mare del Golfo di Hammamet in
Tunisia. Si chiama Neapolis e l'hanno scoperta gli archeologi
sardi, tunisini e algerini che hanno partecipato dal 2 al 15
luglio a una missione archeologica, la nona di una serie
cominciata nel 2010, finanziata dal Consorzio Uno per gli Studi
universitari di Oristano.
Più che una città, come hanno spiegato oggi a Oristano gli
archeologi Raimondo Zucca e Pier Giorgio Spanu del Dipartimento
di Storia, Scienze dell'uomo e della Formazione dell'Università
di Sassari e il professor Mounir Fantar, dell'Institut National
du patrimoine (Inp) di Tunisi, quella individuata già nelle
precedenti missioni e ora ampiamente documentata è una sorta di
zona industriale della già ben nota Colonia Iulia Neapolis, ed è
caratterizzata dalla presenza di un gran numero di vasche dove
si procedeva alla salagione di grandi quantità di pesce (in
particolare sardine ma anche piccoli tonni) che poi venivano
sistemate all'interno di anfore di terracotta, caricate sulle
navi e esportate in vari paesi del Mediterraneo.
L'avventura era cominciata nel 2009 sulla base di una
proposta del professor Zucca, che dopo aver studiato la Neapolis
sarda, di fronte al Golfo di Oristano, mirava a studiare anche
la gemella e omonima città africana. I rilievi anche subacquei e
aerei eseguiti nel corso della missione appena conclusa hanno
permesso di completare la planimetria della città sommersa che
rappresenta circa un terzo dell'intera Colonia Iulia Neapolis.
Grazie alla scoperta di un grosso frammento di lastra calcarea
utilizzata per una iscrizione plateale, la missione ha anche
permesso di individuare tra le rovine della città di terraferma
quella che potrebbe essere la ventisettesima Piazza forense
romana (la quarta in territorio africano) con il suo tempio
dedicato a Giove Capitolino, la sua Curia e la sua Basilica
giudiziaria. Secondo gli archeologi che hanno partecipato alla
missione, quel pezzo della città di Neapolis sarebbe stato
sommersa dall'acqua a causa di un rovinoso terremoto che sarebbe
avvenuto più o meno a metà del quarto secolo dopo Cristo.
La decima missione, già programmata per la seconda metà di
agosto, approfondirà proprio questi aspetti anche con la
partecipazione di archeosismologi e geomorfologi subacquei.
(ANSAmed).
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Archeologia: Neapolis, scoperta città sommersa in Tunisia
Oristano, conclusa missione guidata da esperti sardi e tunisini