(di Stefano Intreccialagli)
(ANSAmed) - ROMA, 18 LUG - Il musical Hair, Baudelaire e le
atmosfere bohemien si incontrano in uno spettacolo di teatro
dove italiani e migranti di Ventimiglia salgono sul palcoscenico
per dimenticare i drammi vissuti nel viaggio verso l'Europa e
per testimoniare che l'integrazione è possibile. È questo
"Scapigliati", opera di teatro che sarà messa in scena nella
città di confine tra Francia e Italia dal oggi al 20 luglio, con
il patrocinio del comune di Ventimiglia e dell'assessorato alla
Cultura e con il sostegno di Caritas Intemelia.
A Ventimiglia "i migranti non possono passare il confine e
alcuni di loro muoiono tragicamente nel tentativo di superarlo",
racconta ad ANSAmed Alessandro Arcodia, regista e ideatore dello
spettacolo insieme a Elisa Musso. Dovendo stare nella città
senza poter fare nulla, grazie all'impegno di attivisti e
volontari, "questi ragazzi vengono coinvolti in diverse
iniziative, come orti comunitari, progetti artistici, sport.
Anche noi, che avevamo già una compagnia amatoriale di teatro,
abbiamo deciso di coinvolgerli". Sono Mamadou, Ibrahim, Fadil e
Usman, quattro ragazzi tra i 16 e i 20 anni che provengono da
Guinea Conacry, Mali, Ghana e Camerun, oggi rifugiati in Italia.
Alcuni di loro hanno storie tragiche alle spalle: un viaggio di
due anni per raggiungere l'Europa, i contatti persi con i cari,
la morte di tutta la famiglia. "Sorridere per una scena, tirare
fuori la creatività, seguire la musica, muoversi, può essere per
loro un modo per uscire da una realtà difficile e dimenticare
per un momento le esperienze drammatiche vissute".
Con lo spettacolo "volevamo fare qualcosa che avesse un
valore sociale, così abbiamo deciso di basarci su Hair, che è un
musical che parla della guerra in Vietnam", ha spiegato Arcodia.
Ma in Scapigliati le atmosfere anni Sessanta del famoso musical
si trasferiscono nella fine dell'Ottocento, "in un'atmosfera
dark e steampunk". Gli "scapigliati" in Italia erano infatti gli
esponenti del movimento artistico sviluppatosi a partire dagli
anni sessanta dell'Ottocento, assimilabile a quello che fu la
Boheme in Francia. Migranti, studenti universitari e dei licei
italiani, donne insegnanti, insieme nella cornice della chiesa
sconsacrata di San Francesco a Ventimiglia, interpretando
pittori, ballerine di charleston, bevitori di assenzio e
rivoluzionari. Nell'opera "ognuno ha sfruttato le proprie
capacità e le proprie attitudini", e così è nato lo spettacolo
dopo un laboratorio di teatro iniziato a novembre dello scorso
anno. "È stato un modo per unire giovani coetanei di diversi
Paesi che altrimenti non avrebbero occasione di incontrarsi. È
una cosa che oggi ha un valore fondamentale".(ANSAmed).
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I nuovi "Scapigliati", a Ventimiglia anche migranti in scena
Dal 18 al 20 luglio teatro per dimenticare drammi e integrare