(ANSAmed) - ROMA, 8 GIU - Dall'espansione dell'Isis al ruolo
delle mafie, dalle attività del Fronte Polisario al ritorno alle
armi dei Tuareg. Il deserto del Sahara è un crocevia di traffici
di armi, droga e esseri umani.
A questo mare di sabbia "dove il narco-jihadismo si salda
alle mafie internazionali", i giornalisti Massimiliano Boccolini
e Alessio Postiglione, dedicano il loro ultimo libro: Sahara,
deserto di mafie e jihad. Come narcos, separatisti e Califfi
minacciano il Mediterraneo (Castelvecchi, pp. 192, Euro 18.50).
Per loro, "i problemi dell'Italia nascono qui, anche se nessuno
ne parla: in un lembo fra deserto e Golfo di Guinea, dove
s'incontrano narcos sudamericani e narco-jihadisti". Com'è stato
possibile, si chiedono gli autori, che movimenti di liberazione
d'ispirazione marxista-terzomondista, a cui andavano le simpatie
dell'Occidente, si siano trasformati in jihadisti e, poi, in
mafiosi? "Le mafie - sostengono - sono attori politici e lo
jihadismo è funzionale alla legittimazione sociale dei
criminali". Il volume spiega tutto questo, partendo dal racconto
di alcune storie di cronaca, come il sequestro Urru e i casi
Bonatti e Calonego-Cacace. Tessere del mosaico del terrore.
(ANSAmed).
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Libri: Sahara, deserto di mafie, jihad che minacciano il Med
I legami allarmanti tra boss e estremisti islamici