(ANSAmed) - ROMA, 19 MAG - Il Salone del Libro di Torino
(fino al 22 maggio) apre anche quest'anno una finestra sulle
'Anime arabe'. In questa trentesima edizione spazio dunque agli
scrittori e intellettuali che parlano "di libertà di
espressione, di esilio e narrazioni contro-egemoniche, in un
dialogo con l'Occidente".
L'artista e storica dell'arte, Premio Unesco-Sharjah per la
cultura araba, Bahia Shehab converserà con lo storico
statunitense del mondo arabo, Mark LeVine, con il direttore
generale di Amnesty International, Gianni Rufini, e al senatore
Luigi Manconi, in un incontro sul tema della libertà di
espressione e di ricerca in Egitto e nel mondo, dedicato a
Giulio Regeni. Lo scrittore siriano residente a Berlino,
Muhammed Dibo, (E se fossi morto? Ed. Il Sirente), dialogherà
con la pluripremiata scrittrice tedesca, Jenny Erpenbeck, sul
tema dell’esilio, mentre Faiza Guène che nel suo ultimo romanzo
Un uomo non piange mai (Il Sirente), torna a parlare del disagio
delle seconde generazioni nelle banlieue, sarà in dialogo con
Carla Peirolero, attrice e anima di uno dei più importanti
festival multiculturali d'Italia, il Suq, per raccontare con
sguardi diversi le periferie da Parigi a Genova.
Mark LeVine e Paola Caridi si occuperanno di un anniversario
tra i più importanti sul piano internazionale, i 50 anni dalla
Guerra dei Sei Giorni, con un occhio particolare a Gerusalemme.
Infine, il Salone del Libro verrà presentato per la prima
volta al pubblico un antico messale appartenente alla Chiesa
siriaca-cattolica, individuato lo scorso anno nella città
cristiana di Qaraqosh, nella Piana di Ninive (Kurdistan
iracheno) da due giornalisti, Laura Aprati e Marco Bova, e
successivamente consegnato dall'Arcivescovo di Mosul, Monsignor
Yohanna Butros Mouché, ai volontari della Federazione degli
Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (Focsiv).
Il volume, giunto in Italia grazie all'impegno diretto del
Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo,
Dario Franceschini, è oggi conservato all'Istituto Centrale per
il Restauro e della Conservazione del Patrimonio Archivistico e
Librario per essere restaurato e al termine del restauro tornerà
al legittimo proprietario, l'arcivescovo di Mosul.
Risalente probabilmente al XVI secolo, il messale è scritto
in aramaico con un carattere siriaco in nero e rosso, a
sottolineare le interruzioni, il cambio di lettura o di lettore.
A Torino, i visitatori potranno vedere il manoscritto
all'interno di una teca e, grazie ad appositi occhiali e con
l'ausilio della realtà virtuale, potranno vedere da quale
contesto proviene e quali distruzioni abbiano subite le
strutture che lo accoglievano da secoli.
L'iniziativa nata grazie alle tecnologie di Realtà Virtuale
sviluppate con il Progetto PRODIGE e dalla collaborazione fra
SiTI (Istituto superiore sui Sistemi territoriali per
l'Innovazione) e Focsiv - Volontari nel mondo, consente di
tenere accessi i riflettori sulle distruzioni di interi
territori e l'annientamento culturale in atto in tutto il Medio
Oriente. (ANSAmed).
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Salone del Libro di Torino apre finestra sulle 'Anime Arabe'
Libertà,esilio,G2,egemonia. Autori arabi dialogano con Occidente