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ANSA/ Libri: 'Sotto il velo' in Italia, la vita di Takoua

Ironia e autoironia in un fumetto diventato già un successo

Redazione Ansa

(di Elisa Pinna) (ANSAmed) - ROMA, 27 MAR - "Li hai i capelli sotto il velo? Ma lo porti perché hai i capelli sporchi? Ci dormi pure con quel 'coso'? Ci fai pure la doccia? Vieni da Musulmania?" Sono tante, talvolta buffe, talvolta imbarazzanti, le domande che una ragazza di religione musulmana, nata in Tunisia ma residente in Italia da quando era bambina, si sente fare ogni giorno. Takoua Ben Mohamed, 25 anni, ha deciso di dare le sue risposte a tutti con un fumetto ironico e autoironico 'Sotto il velo', pubblicato dal Becco Giallo e diventato già un successo editoriale.

La storia é autobiografica e descrive le difficoltà e gli equivoci che una giovane di seconda generazione, in bilico tra la cultura di origine e l'identità italiana, deve affrontare quotidianamente.

Dai problemi più seri, come quelli del lavoro, quando i responsabili del personale delle aziende non danno nemmeno un'occhiata al curriculum e perplessi chiedono: 'ma lei mica vorrà presentarsi in ufficio con quel coso in testa?', alle situazioni più leggere. Ad esempio lo stupore delle commesse quando una ragazza velata entra in un negozio di biancheria intima e chiede di vedere i capi più sexy, o dal parrucchiere: 'ma hai i capelli?'.

Nel fumetto, da lei disegnato e scritto, Takoua non nasconde i problemi con i suoi correligionari: se per il suo velo in testa i coetanei italiani la criticano perché si veste come 'nel Medioevo', gli anziani musulmani più conservatori protestano per i suoi jeans attillati, i tacchi, il trucco. 'Tacete tutti maschiacci, io mi vesto come voglio!', urla la protagonista della graphic novel, esasperata dai continui rimbrotti degli uni e degli altri. Takoua Ben Mohamed sin da bambina ha avuto la passione per il disegno e i fumetti ed è stato proprio il padre, un uomo profondamente religioso e di vedute aperte, ad incoraggiarla a mettere sul web le sue storie e a intraprendere la carriera di disegnatrice e scrittrice. Tanto che la figlia, all'età di 14 anni, ha fondato il 'Fumetto intercultura', un progetto per il dialogo tra culture diverse attraverso il linguaggio della graphic novel. Takoua si sente 'tunisina di Roma' , ma ancora la cittadinanza italiana è un miraggio. "Nella mia famiglia, metà hanno il passaporto italiano e metà no", spiega all'ANSA.

Problemi di burocrazia, di un intreccio tra documenti tunisini (che 'non arrivano mai entro la scadenza) e documenti italiani.

Poi ci sono gli alti costi per ogni pratica, sulle 300 euro a testa e "noi siamo una famiglia numerosa, di nove persone" e la necessità di dimostrare 'un reddito alto', cosa non facile specie per i giovani.

Per tali motivi, in cima alla lista dei desideri della giovane artista vi è l'auspicio che l'Italia riveda la legge di cittadinanza. Al secondo punto, però, Takoua si augura "un' informazione dei media più corretta verso le comunità di stranieri e più in generale verso il mondo musulmano". "L'informazione è alla base di tutto e se è usata per creare allarmismi e stereotipi, come nel caso del velo delle donne, innesca divisioni, populismi, xenofobia". Takoua Ben Mohamed vede il suo futuro in Italia: "ci sono più possibilità di interazione che negli auto-ghetti della Gran Bretagna o nelle banlieus francesi". Personalmente non ha mai avuto problemi "nemmeno con i bulletti a scuola". "Il nostro atteggiamento (di musulmani ndr.) - sottolinea - deve essere però di dare, di offrire e non solo di lamentarsi e di pretendere di ricevere". Come seconda generazione, Takoua si sente di avere una marcia in più, con "due tradizioni, due madri-lingue". Nel fumetto, la protagonista afferma: "Ho il difetto di essere troppo, terribilmente ottimista e credo sempre che non esistano due culture che non hanno niente in comune". (ANSAmed).

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