(ANSAmed) - ROMA, 28 DIC - Ancora una straordinaria scoperta
emerge dagli scavi della necropoli etrusca di Vulci. Gli
archeologi della Fondazione Vulci, coordinati dalla
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area
Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l'Etruria
Meridionale, hanno avuto come regalo di Natale il ritrovamento
di una tomba femminile risalente al III/II sec. a.C. e avente
nel suo corredo funebre alcuni oggetti a dir poco inusuali, che
sembrano indicare che la persona sepolta avesse dimestichezza
con trucchi e cosmetica. Tanto da farla soprannominare 'la tomba
della truccatrice'.
La presenza di una custodia che in origine doveva essere in
pelle, come testimoniano le tracce di materiale organico
rinvenute, e della quale restano gli incavi per gli agganci in
argento e due dei tre strumenti che essa doveva contenere e cioè
un piccolo cucchiaio e una spatola, entrambi in bronzo,
associata a rare perle di terre colorate usate per imbellettare
il viso, rendono unico il rinvenimento. Tra gli oggetti
recuperati risalta, oltre ad alcuni vasi in ceramica tra cui un
laghinos (vaso a forma di bottiglia con collo lungo e sottile) e
un piedino in bronzo a forma di arpia, un set di vasi in bronzo
decorati a sbalzo ed ad incisione di tutto rispetto composto da
uno specchio, una situla (un tipo di vaso), un tegame, una
piccola cista (contenitore per oggetti per il trucco femminile),
un paio di forbici, uno strigile (oggetto generalmente maschile,
usato dagli atleti per detergere il sudore e cospargere olio sul
corpo) ed una borraccia ancora tappata. "Sarà interessantissimo
analizzare il contenuto di quest'ultima, cercando di capire che
cosa racchiudesse in origine e a quale importante liquido fosse
lei dedicata. Le analisi dei reperti sono già in corso e sono
già stati prelevati i campioni che saranno esaminati dal
professor Rambaldi presso la Facoltà di Chimica dell'Università
di Modena e Reggio Emilia", spiega il direttore scientifico
Carlo Casi.
"La scoperta risalta ancor più se si pensa ai contatti che
innesca con il mondo greco - orientale, qui ben testimoniati
dalle terre colorate e dal laghinos, vaso che riempito di vino
veniva portato in processione dalle donne in epoca Tolemaica ad
Alessandria d'Egitto durante la festa religiosa che i Greci
tributavano a Dioniso. Abbiamo, quindi, l'occasione di studiare
un caso quanto mai originale ed interessante che ci aiuterà
sicuramente a svelare un altro piccolo pezzo della storia di
Vulci e dell'Etruria in generale." - Afferma il Soprintendente
Alfonsina Russo. (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Archeologia: Vulci, ritrovata 'tomba della truccatrice'
Necropoli etrusca continua a offrire scoperte straordinarie