(di Luciana Borsatti)
(ANSAmed) - ROMA, 3 OTT - Una sedia vuota per uno scrittore
che non c'è e che in Egitto detiene anche il primato di primo
autore finito in carcere per il proprio libro. Era quella
riservata ad Ahmed Nagi, autore di "Vita: istruzioni per l'uso"
(Il Sirente, pp. 270, 18 euro), in un incontro ieri a Roma cui
ha potuto partecipare solo il grafico Ayman Al Zorqani, che ha
co-firmato il libro per le sue provocatorie illustrazioni.
Il 20 febbraio scorso Nàgi è stato condannato a due anni di
carcere per 'oltraggio al pudore', dopo che un capitolo del
libro - già dato alle stampe - era stato pubblicato su un
periodico letterario. Il processo era nato dalla denuncia di un
privato cittadino che si era sentito turbato dai riferimenti al
sesso frequenti in un racconto pur primariamente incentrato
sulla realtà sociale del Cairo - metropoli che, dopo una
terribile catastrofe naturale, una "Società degli Urbanisti",
vuole ricostruire cambiandola radicalmente.
Ma dopo il proscioglimento in primo grado, "la pubblica
accusa ha deciso di trasformare l'indignazione del privato
cittadino in indignazione dello Stato - afferma Riccardo Noury,
portavoce di Amnesty International Italia che ha patrocinato il
libro - facendo scattare la condanna". Contro la quale a nulla
sono valse le proteste di 700 intellettuali egiziani e il Premio
Barbey Freedom to Write conferito da Pen al giovane scrittore.
Tanto da far pensare, sottolinea ancora Noury, che la colpa di
Nagi non siano stati tanto i dettagli su sesso e droga sparsi
nel libro, quanto il realismo con cui descrive "una Cairo
triste, violenza, putrida e cattiva": l'aver mostrato cioè
"l'immostrabile".
"E' triste essere qui con Ahmed in prigione", ha detto Al
Zorqani. Pare che Nàgi stia fisicamente bene, ha aggiunto, ma
sia costretto a subire "molte pressioni psicologiche".
Il libro - scritto prima della rivoluzione del 2011 - "è una
discesa tra le mille stratificazioni del Cairo", racconta il
grafico, dove a lui è andato tra l'altro il compito di
descrivere con tratti impietosi "gli animali" della metropoli,
stereotipi di personaggi che "cercano di rendersi accettabili".
Nagy, noto anche per essere stato uno dei primi blogger
egiziani, non è l'unico autore che ha visto la propria opera
censurata, me è stato appunto il primo a subire una condanna in
carcere gli stessi motivi. In questo modo le istituzioni
dell'era del presidente Sisi hanno voluto dare "un messaggio"
anche agli altri, sostiene il giovane disegnatore, e per questo
difficilmente potrà avere sconti di pena.
Quanto al consenso sociale di cui l'ex generale gode, valuta
Al Zorqani, è diminuito rispetto all'epoca del suo insediamento,
certamente tra i giovani e anche per aver mancato di incontrare
le aspettative di varie classi sociali in campo economico. Ma da
qui a dire che non sarebbe ora in grado di vincere nuove
elezioni ce ne passa: dipende da chi altro correrebbe per la
carica, lascia capire il grafico, e resta forte tra gli egiziani
il bisogno di stabilità che Sisi ha incarnato.
Ma sul fronte dei media il panorama descritto da Al Zorqani è
quasi desertificato: o sono schierati con Sisi o sono la voce
dei Fratelli musulmani (estromessi dal potere nel 2013, ndr).
Ampliato inolte lo spazio di manovra e di arbitrio di cui il
singolo appartenente agli apparati di sicurezza può ora valersi
rispetto al passato: come a dire, spiega, che un caso come
quello di Giulio Regeni, torturato e ucciso da mani ancora
ignote, ai tempi dell'ex presidente Mubarak non sarebbe potuto
accadere senza che i vertici lo sapessero. (ANSAmed).
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Libri: in italiano ultimo libro Nàgi, ma lui è in carcere
Co-autore e grafico Zorqani, è prima condanna accanto a censura