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A Corner in the World, a Istanbul arte oltre conflitti

Festival sul Bosforo con performance da tutto il Medio Oriente

La locandina del festival di Istanbul

Redazione Ansa

(di Cristoforo Spinella)  - ISTANBUL - Sotto le macerie della guerra in Siria e dei conflitti settari in Iraq, di fronte allo shock del tentato golpe in Turchia e alla fragilità degli equilibri libanesi, la cultura prova a non fermarsi. Nel Medio Oriente attraversato da mille turbolenze, dove sembra che ci sia spazio solo per i conflitti, una generazione di artisti fa capolino e si ritrova a Istanbul per farsi vedere e ascoltare, oltre le facili etichette. A metterli insieme è la seconda edizione di 'A corner in the world', un angolo nel mondo, il festival indipendente di arti contemporanee che apre i battenti stasera e animerà la metropoli turca fino al 12 ottobre con 20 spettacoli distribuiti in 13 location su entrambe le sponde del Bosforo. Un evento multiculturale che punta a scavalcare i confini, materiali e artistici, proponendo performance che mischiano danza e teatro, musica e video, frutto anche della collaborazione tra Paesi diversi. Turchia, Siria, Iran, Libano, Iraq, Tunisia, Armenia e Romania: lo sguardo attraversa tutta la regione, immaginando l'arte come ponte per superare le barriere fisiche e culturali. A inaugurare il festival sarà stasera l'esibizione 'Unauthorized', che attraverso video e poster esplora come gli artisti siriani abbiano continuato a operare in questi anni sotto il regime di Bashar al Assad, con iniziative quasi sempre 'non autorizzate', appunto, e spesso a rischio di arresti e repressioni. Poi ci sarà spazio per rappresentazioni teatrali, performance di danza, video e concerti. "Quest'anno, il tema che abbiamo scelto è 'dietro l'angolo': il mondo è rotondo e il suo centro può essere qualsiasi angolo, secondo il tuo punto di vista. Ci ritroviamo a Istanbul per guardare verso il nostro mondo, per immaginare cosa ci sia dietro l'angolo e per raccontarci i nostri angoli", spiega all'ANSA il direttore artistico, Fatih Genckal. Un melting pot frutto dell'impegno di un collettivo di giovani artisti, che ogni giorno fanno i conti con gli ostacoli di una Turchia dove gli spazi di libera espressione si sono fatti ancora più ristretti con le purghe seguite al fallito golpe del 15 luglio. A sostenere il festival ci sono anche partner istituzionali, come il centro culturale francese, che giovedì ospiterà la performance 'Déplacement', dell'artista siriano Mithkal Alzghair. E poi ancora laboratori, dibattiti e tour per scoprire luoghi come 'arthereistanbul', uno spazio sulla sponda asiatica che da mesi accoglie diversi artisti siriani fuggiti dalla guerra. (ANSAmed).

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