(ANSAmed) - TUNISI, 12 SET - Raccontare attraverso le
immagini della macchina da presa una Libia diversa da quella
della guerra normalmente propagata dai media, una Libia lontana
dalla politica e nella quale si possono raccontare storie ove
mettere in luce i rapporti umani. Questo è ciò a cui aspirano i
giovani registi indipendenti libici presenti all'incontro "Libya
in motion" svoltosi a Tunisi nell'ambito dello Human Screen
Festival 2016. La loro posizione è chiara: tutelare il ruolo
dell'arte e del cinema nel preservare la memoria collettiva.
"Noi raccontiamo delle storie di persone e cerchiamo punti di
vista differenti rispetto a quelli della guerra", spiega il
regista indipendente Nejmi Oun, aggiungendo che nelle intenzioni
c'è anche quella di creare una piattaforma di lancio per nuovi
film dalla Libia.
I film presentati a Tunisi sono stati realizzati nell'ambito
di un partenariato tra una scuola di cinema, l'Istituto Scozzese
del documentario e il British Council in Libia. Durante
l'incontro allo Human Screen Festival sono stati proiettati tre
cortometraggi. Il primo è il ritratto di una nonna che evoca
episodi della storia della Libia, raccontati mentre prepara il
pane, divenuto il simbolo della resistenza durante gli ultimi
giorni al potere di Gheddafi. Il secondo racconta le peripezie
di uno street artist nella sua difficile impresa di realizzare
dei graffiti sui muri delle strade di Tripoli. Il terzo narra le
vicende di un gruppo di persone che si mobilita per portare in
salvo dei pezzi archeologici ritrovati per caso e lotta per
preservare un museo.
Tra le prime preoccupazioni dei giovani registi libici di
fronte alla situazione del loro paese, vi è l'interruzione ormai
frequente dei corsi nelle scuole e università. "Come attivista
della società civile il mio ruolo è di documentare come la
guerra tocchi in qualche modo i diritti del cittadino, quello
all'educazione in primo luogo", spiega Abdelkarim Dueini,
fondatore del collettivo 2Cinema no violence'. Lo spettro della
guerra si intravede in qualche modo in tutti i loro film anche
se i giovani registi sono decisi a non voler parlare di
politica. Hanno scelto di lasciare la parola alle immagini
preferendo mostrare piuttosto le conseguenze della guerra nel
quotidiano vissuto dai loro connazionali, senza filmare
direttamente il conflitto in Libia. (ANSAmed).
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Cinema libico indipendente in vetrina a Tunisi
"Libya in motion", lontano da politica, focus su lato umano